(ASI)  Pur condividendo le preoccupazioni dell'onorevole Michela Vittoria Brambilla sull'aumento degli allontanamenti dei minori dalle famiglie e degli affidamenti temporanei (+24%), ritengo necessario dissociarmi da quanto la stessa onorevole ha affermato nella giornata di riflessione dal titolo "Affidamento temporaneo: abuso o tutela?". La dichiarazione dell'On Brambila in questione è del 13 febbraio scorso a Roma, durante la quale si sono gettate ombre inquietanti sulle comunità di accoglienza e sulle case-famiglia. Certamente è necessario sostenere la genitorialità e contribuire a mantenere i figli in famiglia, laddove sussistano condizioni minime per un affiancamento o un accompagnamento da parte dei servizi sociali, poiché strappare un figlio ai suoi genitori è una sconfitta per tutta la società.

Ma affermare che il fenomeno degli "allontanamenti facili" sia riconducibile a "un vero e proprio giro d'affari dove i minori rappresentano merce di scambio per lucrare sui fondi destinati alla accoglienza residenziale dei minori", come ha sostenuto l'onorevole Brambilla, credo sia un'insinuazione gratuita e offensiva qualora non sia suffragata da dati ed elementi effettivi.

Simili affermazioni non rendono merito al lavoro generoso e competente che molti educatori svolgono nelle comunità di accoglienza e nelle case-famiglia. Condivido la preoccupazione di mantenere alto il livello dei controlli della qualità delle strutture e dei progetti educativi, su cui non bisogna arretrare neppure nel tempo delle diminuite risorse. È importante cioè che siano sempre monitorati e migliorati con i magistrati, i servizi territoriali e gli operatori delle case-famiglia, i tempi di permanenza e le progettualità dei ragazzi in comunità.Nella mia esperienza professionale ho incontrato tante realtà in cui i minori hanno potuto trovare ambienti sereni e qualcuno che si prendesse cura di loro laddove le famiglie d'origine, per diverse ragioni, non erano state in grado di farlo. Oltre il 50% degli inserimenti in strutture è dovuto proprio all'inadeguatezza nell'assolvere i compiti genitoriali o all'assenza di una rete familiare adeguata o a problemi giudiziari di uno o di entrambi i genitori.

Ritengo quindi doveroso spendere una parola di sostegno, anziché di sospetto, nei confronti del lavoro di cura educativa e verso tutti coloro che, a contatto quotidiano con la sofferenza di bambini e ragazzi, cercano di aprire nel loro futuro spiragli di speranza.

On. Vanna IoriDeputata e referente nazionale del Partito Democratico per l'infanzia e l'adolescenza*

Redazione Agenzia Stampa Italia

ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione

Continua a leggere