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(ASI) Roma- « Il caso di Elena Genero, la donna di 37 anni di Torino esclusa dalla assunzione nei ruoli effettivi dei vigili del fuoco perché troppo bassa, nonostante vesta da oltre quindici anni l’'uniforme di vigile del fuoco volontario è emblematico, ed ha ancora una volta messo in evidenza le contraddizioni delle normative che prevedono diversi parametri minimi di altezza tra il personale volontario ed il personale di ruolo a fronte di mansioni in gran parte simili. Ed il paradosso sta nel fatto che è lo stato ad aver creato in questi precari, per anni, aspettative di assunzione che poi vengono stroncate di colpo ».

E’ il commento di Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato dei vigili del fuoco Conapo, in merito alla sentenza del consiglio di stato che ha ritenuto legittime le normative del Corpo laddove non differenziano i limiti minimi di altezza tra uomini e donne, a seguito del ricorso presentato dalla candidata esclusa.

In una nota inviata al ministro Alfano ed ai vertici del dipartimento dei vigili del fuoco il sindacato Conapo ha chiesto «una riforma completa del servizio volontario dei vigili del fuoco che preveda mansioni di ausilio e non sostitutive del personale permanente dei vigili del fuoco, valutando l’integrazione del personale volontario nelle realtà di protezione civile regionale, ma comunque sotto il coordinamento  operativo del personale di ruolo ».

« Anche perché – spiega Brizzi - alla normativa bisogna comunque mettere mano visto che anche il Consiglio di stato ha riconosciuto la potenziale contraddizione di prevedere diversi requisiti di altezza minima, di 165 cm per il personale permanente e di 162 cm per il personale volontario, diversità che non pare giustificata da una sufficiente disuguaglianza di mansioni ».

Secondo il Conapo occorre « una urgente riforma del DPR n. 76/04 che preveda diverse mansioni del personale volontario rispetto al personale permanente, si da giustificare i diversi requisiti psicofisici, oppure, nella  ipotesi di voler continuare ad affidare mansioni equivalenti, occorre allora prevedere equivalenti ed identici requisiti psico-fisici , anche per evitare nel modo più assoluto che lo stato crei false aspettative in quelle persone che oggi ricorrono al volontariato VVF anche a causa della crescente crisi e nella speranza di una corsia preferenziale nell’ assunzione, reclutandolo però con requisiti non idonei ad una sua futura assunzione ».

Coglie l’occasione il Conapo per puntare il dito anche sulle «ulteriori incongruenze delle norme».  Si legge infatti nella nota, « non possiamo sottacere come nel 2014 lo Stato Italiano possa ancora consentire che un qualsiasi cittadino con un corso di sole 120 ore possa vestire l‘uniforme da vigile del fuoco e anche assumere le qualifiche di agente/ufficiale di polizia giudiziaria e di agente di pubblica sicurezza, e quindi diventare potenzialmente controllore di se stesso. Basti pensare alla incongruenza tutta italiana di quegli imprenditori aventi aziende soggette alla prevenzione incendi e alle norme di sicurezza sul lavoro (affidata ai VVF), ricadenti nei territori di competenza del distaccamento volontario in cui prestano servizio con sole 120 ore di corso».  Di qui la richiesta del sindacato Conapo una organica riforma del servizio volontario nei vigili del fuoco.

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