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(ASI) – Il servizio militare in cambio della cittadinanza. Questa la proposta del Ministro della Difesa  Mario Mauro. Dal momento che la leva obbligatoria è stata abolita ormai da un decennio, per il Ministro, si potrebbe dare agli immigrati la possibilità di entrare nelle Forze Armate, cosa, per il momento, riservata ai cittadini italiani. Grazie ad una piccola (ma quanto ardita!) modifica della Costituzione, si potrebbe reintrodurre il servizio di leva “per gli immigrati”, che conquisterebbero punti, se non per intero, la cittadinanza italiana.

Il solo pensare una cosa simile, è quanto mai assurdo. Pensiamo solamente al giuramento alla Patria che si compie, per effettuare l’arruolamento nelle Forze Armate. Come possa un congolese, un albanese o un peruviano, (citati solo a titolo esemplificativo) giurare fedeltà ad una Patria non sua, e il riconoscersi in qualcosa di non appartenenza, è assurdo.

Pertanto, probabilmente l’intento del Ministro Mauro è chiaramente un altro. Creare una serie di “battaglioni indigeni”, magari da mandare in “missione di pace” (in territorio di guerra, ovviamente). E a quali interessi possa rispondere un esercito formato da mercenari, pagati per ottenere un qualcosa ormai considerato solo un pezzo di carta, possiamo solo immaginarlo: non si tratta di quelli nazionali, ma ben al di là. Non sono certo dei possibili nuovi “Battaglioni Eritrei”, composti di Ascari e Zaptiè, che si sentivano quanto mai italiani e facenti parte, in seguito, dell’Impero. Oltretutto, quei battaglioni coloniali erano parte di un’altra epoca, e sarebbero improponibili ai nostri giorni. Non si tratterebbe nemmeno di una nostra “Legione Straniera”, bensì solo di un concetto di mercificazione: arruolamento, e conseguimento più agevole della cittadinanza. E per portar avanti questa tesi, il Ministro cita il modello americano, probabilmente valido negli Stati Uniti, ma totalmente inadeguato per il nostro Paese. Il Ministro se volesse riformare le FF.AA., scelga altri metodi. Non aggiunga materiale allo ius soli, che per altro aveva criticato recentemente. Altrimenti, il Governo Letta rimarrà famoso per gli spropositi, più per la qualità della sua azione.

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia

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