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(ASI) Regali e gadget per la cifra di ben 118.000. Il mittente: Regione Lazio. Nel 2012 acquistati calendari, bandierine e spazzolini. Il 2012, anno della tanto decantata spending review. Termine con cui tutti abbiamo, volendo o meno, avuto a che fare. Anno il 2012, in cui molte aziende non venivano pagate dagli stessi non venivano pagate, anche tutt’ora, dagli stessi enti pubblici chiudendo di conseguenza la saracinesca. L’anno in cui molti lavoratori perdevano il loro posto di lavoro e la loro sicurezza.

Quello dei soldi spesi, i 118.000, venuti fuori da un’inchiesta di Mauro Favale de La Repubblica. In questa inchiesta, lo stesso Favale, riporta l’importo di 5.000 calendari con il logo della Regione Lazio per un costo di 30.000 euro. Come per i 1.000 zaini ed il kit completo di dentifricio e spazzolino per 28.000 euro; di 3.000 cappellini per un costo di 12.000. Follia pura con i soldi dei contribuenti, che in questo periodo di macelleria sociale, urla vendetta. A cosa serviva un kit di spazzolino e dentifricio? Come i cappellini o gli zainetti? Non si sa. Gadget e altro, da regalare agli studenti in visita alla regione, ai quali si aggiungono le 1.000 magliette costate 6.100; neanche fossero d’oro; 500 gonfaloni, una base in legno con bandierina della Regione Lazio da usare per le occasioni di rappresentanza, per un costo di 32.000 euro. Totale 108.000 euro di regali. Non è passato una enormità. Solo un anno da tutto questo.

Il bilancio del Consiglio per il 2013 è di 66.199 milioni di euro. Nel 2011 il Consiglio regionale aveva addirittura un costo di 100 milioni di euro. Per il 2014 è previsto un ulteriore calo fino a 65.7 milioni di euro. Il presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori, in una recente nota ha detto: “Bisognava dare l’esempio. Avevamo detto che sarebbe stato un nuovo inizio. Con i risparmi finanzieremo 340 progetti per i comuni del Lazio”. Un taglio sostanzioso è stato fatto ai gruppi regionali del Consiglio. Per il costo mensile dello stesso, si è passati da 843.000 euro a 683.000. Molto c’è ancora da fare. E questi scandali, pagati dai cittadini fanno indignare in questo periodo terribile che l’Italia attraversa.

Davide Caluppi - Agenzia Stampa Italia

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