(ASI)Fa bene il capo dello Stato a sottolineare la necessità di una riforma della giustizia, ma in una Repubblica parlamentare le riforme, compresa quella sulla giustizia, le fa il Parlamento e non la Magistratura alla quale non spetta alcun potere propositivo, nessuna ‘attitudine’ propositiva sulle leggi ma solo il compito di applicarle.
Sarebbe altamente auspicabile che i magistrati avessero quei valori di equilibrio, sobrietà e riserbo, di assoluta imparzialità e senso della misura e del limite, di cui parla il presidente Napolitano, ma purtroppo non è così. Certi magistrati hanno usato la giustizia per fini politici, mentre altri hanno approfittato del loro ruolo per costruirsi una carriera e una posizione in politica. Non è la politica che ha dichiarato guerra alla giustizia ma e’ l’ordine giudiziario che si fatto potere per condizionare la politica.