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Adriano Romualdi: 40 anni senza un intellettuale di calibro enorme
(ASI) Adriano Romualdi. Il figlio di un altro leggendario uomo, Pino, ex presidente del Movimento Sociale Italiano. Sono quarant'anni che Adriano non c'è più. Un incidente stradale lo strappa alla vita a soli 32 anni d'età. Troppo presto, vista la sua enorme produzione scientifica, giornalistica, letteraria.Indubbiamente, potremmo interrogarci se fosse viso su che cosa avrebbe potuto scrivere un intellettuale del suo calibro. Una persona che ha dedicato la vita a determinate tematiche, sarebbe divenuto un docente universitario completissimo. Già assistente universitario all'Università di Palermo, dedica grandissimi studi a Platone, Nietzsche o agli indoeuropei.

Giulio Evola lo ha influenzato indubbiamente moltissimo. Probabilmente Romualdi si potrebbe considerare una sorta  di maestro italiano della "Destra" italiana nel dopoguerra. Una destra morta, scomparsa, quanto purtroppo lo è Romualdi.

Che posizione potrebbe prendere un intellettuale del suo calibro posto davanti alla cancellazione della nostra nazione dalla plutocrazia e dall'alta finanza? Sarebbe splendido poterlo interrogare. Un tema che la destra sembra avere cancellato, succube dell'asse atlantico. Ma lasciamo spiegare a Romualdi cosa intendesse per destra, una parola scomoda o incomprensibile nel 2013:

"Basta poco ad accorgersi che se a Destra non c’è una cultura, ciò accade perché manca una vera idea della Destra, una visione del mondo qualitativa, aristocratica, agonistica, antidemocratica; una visione coerente al di sopra di certi interessi, di certe nostalgie e di certe oleografie politiche”. Difatti se per la destra esiste solo la nostalgia, non vi sarà alcunché di futuro.

La visione di Romualdi è sempre stata molto chiara, e vicina alla Rivoluzione Conservatrice Tedesca. Meta-storica e meta-politica, una Weltanschauung che pochissimi altri autori han vantato nel dopoguerra italiano, quella di Romualdi ci spiazza con rigore scientifico e bravura intrinseca. Con lui prendono vita gli indoeuropei, Spengler, Dieu La Rochelle e  il Fascismo in chiave europea ed europeista. L'originalità dei suoi studi è visibile ancor oggi, soprattutto perché ante litteram. Aborriva il qualunquismo, e soprattutto vedeva la lotta come un qualcosa di ben definito, conoscendo bene quel che si doveva andare a colpire. Biografo di Evola, non sarà ricordato solo per questo. Indubbiamente per la sua produzione, ma per quel che ha lasciato incompiuto. E' chiaro che ha lanciato il sasso, e che qualcuno, ancora, lo debba raccogliere. Il 12 agosto del 1973, ci lasciava fisicamente, ma il suo ricordo, pervade ancora molti ambienti.

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia

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