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Umbria, la base del PD si muove: in un documento dure critiche alla linea nazionale.
(ASI) “Un partito allo sbando, totalmente privo di una guida e di una visione unitaria, balcanizzato e in mano a fazioni una contro l’altra senza esclusione di colpi”. E’ la definizione che del Pd nazionale danno un gruppo di diciannove iscritti umbri di Città di Castello in un documento sulla situazione politica attuale nazionale, trasmesso agli organi nazionali, regionali e locali del partito. Il riferimento è al dopo elezioni, alle vicissitudini che hanno riportato al Quirinale Giorgio Napolitano, e a Palazzo Chigi “un governo PD-PDL, frutto di un accordo politico, passato totalmente sopra la volontà degli iscritti e degli elettori del PD”. I firmatari che, nella situazione di stallo e di emergenza creatasi con il voto, l’unica soluzione sarebbe stato un governo di scopo, del Presidente, per fare le cose essenziali per il Paese (riforma elettorale, dimezzamento dei parlamentari, abolizione di una camera, riduzione dei costi della casta, abolizione delle province e pochi provvedimenti fondamentali per la ripresa dell’economia, finalizzati alla occupazione) e subito dopo tornare al voto ridando voce ai cittadini. Invece, si è scelto di fare un governo “a tutti gli effetti politico, frutto di accordi che hanno totalmente tradito e disatteso il mandato conferito dagli elettori, senza considerare che oltre tutto il PD ha rinunciato a ogni ministero chiave”.

A questo punto, per i diciannove, diventa doveroso e irrinunciabile aprire immediatamente una fase congressuale del partito, dalla quale possa emergere con chiarezza una strategia politica e da cui si possano e si debbano rimettere in discussione tutti i gruppi dirigenti. Per porre fine al “mostro a cento teste, privo di una chiara guida e strategia politica, con i suoi eletti ed i suoi dirigenti che operano in maniera irresponsabile e senza rappresentare la volontà ed il sentimento degli iscritti e degli elettori”. Dunque, un dibattito aperto e profondo che definisca le linee strategiche e le scelte di fondo del partito, troppo a lungo rinviate in nome di “falsi unanimismi”. La richiesta politica è chiara: “un congresso franco in cui gli iscritti possano davvero diventare protagonisti del partito, in cui si possa intraprendere una seria e reale opera di rinnovamento e in cui si definiscano chiaramente le linee politiche e programmatiche all’interno delle quali il PD deve muoversi e nelle quali debbano riconoscersi tutti coloro che intenderanno continuare a dare la loro adesione”. Il documento è stato inviato alla segreteria nazionale, regionale umbra e comunale di Città di castello del Partito Democratico.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

 

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