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La precaria stabilità del Libano rischia di esplodere da un momento all’altro
(ASI) L’ex generale libanese Amin Hatit ha riferito all’agenzia di stampa iraniana Fna che «Hezbollah come organizzazione non è coinvolta nella guerra siriana». E ha continuato: «Alcune forze salafite legate ad Al-Qaeda sono i responsabili della diffusione dei disordini in Siria. Al-Qaeda vuole diffondere il caos anche in Libano nel tentativo di facilitare l’infiltrazione delle sue forze in Siria». Gli ultimi attacchi lungo il confine tra Siria e Libano e il bombardamento dei villaggi sciiti da parte di alcuni  miliziani salafiti, potrebbero rappresentare un chiaro segnale di un imminente cambiamento del fronte di guerra.

Scontri a fuoco e bombe. La violenza è scoppiata la scorsa settimana nel quartiere di Abi Samra nella città libanese di Tripoli, dopo l’uccisione di Yehya Hassoun avvenuta venerdì pomeriggio, quando alcuni uomini in motocicletta gli hanno sparato mentre si trovava in un bar con diversi familiari. Gli scontri hanno interessato i membri della famiglia Hassoun e il gruppo islamico «Jundallah», già protagonista di altri episodi di violenza nella città libanese di Tripoli. Alcune fonti locali hanno riferito che ieri, sempre nel quartiere di Abi Samra, un uomo avrebbe lanciato una bomba a mano. L’episodio non ha provocato vittime.

Un nuovo nemico da combattere. La città di Tripoli vive da anni una situazione di assoluta insicurezza: gli scontri armati tra i miliziani salafiti di Bab al-Tabbaneh e gli abitanti alawiti di Jabal Mohsen, sono un grave pericolo per la stabilità dell’intero Libano. Intorno alla componente salafita libanese ci sarebbero anche molte influenze straniere che sono schierate in prima linea nel conflitto siriano. La precaria stabilità del Paese dei Cedri rischia di esplodere da un momento all’altro.

Fabio Polese – Agenzia Stampa Italia

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