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Roberta Sibaud(MIR) alle regionali del Lazio per tutelare i diritti dei disabili
(ASI) Roma. Lettere in Redazione -E’ possibile comprendere realmente il dolore altrui? Siamo in grado di capire fino in fondo cosa si prova a vivere con una disabilità, che costringe ogni giorno ad adattarsi a vivere tra barriere architettoniche e disservizi? Probabilmente no, non possiamo comprendere il disagio, di chi ad esempio vive su una sedia a rotelle considerata il prolungamento del proprio corpo attraverso il quale si può avere accesso al mondo, alla realtà.

 

Purtroppo la società italiana, piuttosto che prevenire possibili discriminazioni, garantire e semplificare l’accesso ai servizi fondamentali, quali l’assistenza domiciliare, il trasporto pubblico, l’eliminazione delle  barriere architettoniche, continua ad ostacolare la loro possibilità di vivere una vita alla pari di tutti gli altri cittadini.                                 E questo, anche se non possiamo comprenderlo completamente, ci dà ogni diritto di indignarci.

Indignarci di fronte all’inettitudine, le ruberie e la disorganizzazione di un paese che ignora quasi completamente il problema.

Lo sa bene Roberta Sibaud, candidata alle prossime elezioni regionali per la regione Lazio con il MIR di Gianpiero Samorì.

La Sibaud da sempre è impegnata nel sociale per la tutela dei diritti delle donne, dei minori e delle persone con disabilità.

Una vera e propria leonessa che conosce personalmente la condizione di disabilità e con tenacia si è sempre battuta attivamente affinché la sua città, Roma Capitale, sia d’esempio e si schieri a favore della risoluzione di questi problemi, mentre invece continua a deludere con i suoi sprechi e le sue varie speculazioni truffaldine.

Tra le più recenti l’assurdo caso di scarico di responsabilità sulla sospensione improvvisa del servizio di trasporto pubblico a chiamata per le persone con disabilità del Comune di Roma gestito da ATAC (azienda di trasporto pubblico romano) e dato in subappalto a due aziende che nei fatti il 28.12.2012 hanno sospeso il servizio per le 2900 persone disabili, tamponando temporaneamente il disservizio con i taxi pubblici, dei quali solo 8 accessibili con pedana.

Come non rimanere di stucco di fronte a situazioni del genere? Come non credere in una donna che da sempre le combatte coraggiosamente? Come non credere nel suo programma che tra le altre cose prevede l’assistenza domiciliare alle persone disabili, l’abbattimento delle barriere architettoniche, taxi con l’accesso ai disabili e agevolazioni per chi adegua l’automezzo, oltre al reinserimento dell’educazione  civica nelle scuole per infondere nei giovani nuova linfa: legalità, rispetto verso le donne, lotta al bullismo, alla maleducazione, all’arroganza, alla volgarità e il rispetto della “cosa” pubblica o comune.

Tutela dei minori e riordino del sistema servizi sociali e "case famiglia.

 

Magari, in questa maniera, potremmo sembrare un paese civile anche agli occhi del resto del mondo, oltre che ai nostri.

 

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