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Vendola contro il vento russo: “Putin è il diavolo”

(ASI) Il 5 gennaio scorso Gerard Depardieu, popolare attore francese, ha ricevuto il passaporto russo dalle mani del presidente Vladimir Putin. Nella residenza presidenziale di Sochi, sul Mar Nero, l'atmosfera è delle più conviviali. La tavola è apparecchiata, gli abbracci sono calorosi: un cittadino non avrebbe potuto avere un'accoglienza più felice. Depardieu, dopo un primo trasferimento di residenza in Belgio, ha scelto l'esilio sovietico a causa della riforma delle tasse del presidente francese Francois Hollande. Essa prevede un'imposta del 75% sui redditi superiori al milione di euro l'anno. In Russia l'imposta ammonta al 13%

In Francia, paese dove il sentimento patriottico è forte, l'eco di questa notizia non è stato affatto negativo. La legge in questione è stata dichiarata incostituzionale già a fine dicembre 2012 dal Consiglio costituzionale, per “mancanza di uguaglianza rispetto agli oneri fiscali”. E' seguito un effetto domino tra le eccellenze d'Oltrealpe.

Brigitte Bardot è solo una dei molti ricchi che hanno dichiarato di voler seguire Depardieu in Russia. L'icona hollywoodiana è una nota testimonial animalista, e ha ritenuto le politiche di tutela di Putin molto umane. E Bernald Arnault, l'uomo più ricco di Francia, proprietario di Louis Vuitton, ha avviato le pratiche per il cambio di residenza in Belgio.

In Italia invece la notizia è stata accolta con veleno da Nichi Vendola, leader di Sinistra e libertà. Il 7 gennaio, prima dalle pagine dei social e poi nella trasmissione Rai Unomattina, Vendola ha dichiarato che il rigore è giusto quando è applicato ai ceti privilegiati, e che i super ricchi come Depardieu, che scelgono l'esilio per non pagare le tasse di Hollande, possono letteralmente “andare al diavolo”. E ha aggiunto: “Il diavolo ha le sembianze di Putin, dunque Depardieu è andato nella direzione giusta”.

Le critiche alla legge Hollande vertono su due aspetti. Uno è il gettito poco significativo di tale imposta. Sono solo 30mila i francesi che dichiarano un milione di reddito annui, e la cifra si ridurrebbe notevolmente per le numerose esenzioni.

Il secondo aspetto riguarda la perdita di capitale umano ed economico: l'esilio di industriali e noti brand, nonché dei ricchi in generale, non ha alcuna ripercussione positiva sui “normali” e i “poveri” che restano in patria. Anzi, il gettito totale delle imposte risulterebbe pesantemente ridotto. Un aspetto economico che non è stato affatto analizzato dal leader della sinistra italiana.

 

Maria Giovanna Lanotte – Agenzia Stampa Italia

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