(ASI) - La politica cinese sta riposizionando la strategia industriale nazionale attorno alla piena autosufficienza e autonomia tecnologica, nel prossimo piano quinquennale (2026-2030), concentrando ricerca e risorse su IA, robotica e semiconduttori.
Le misure previste dal Partito comunista, combinano erogazioni tramite finanziamenti pubblici e incentivi alle imprese, monitorati attraverso specifici controlli sulle esportazioni di materiale sensibile. Pezzi chiave della strategia sono il rafforzamento della capacità produttiva dei semiconduttori e lo sviluppo di ecosistemi per l’IA e la robotica che possano funzionare senza accesso regolare alle tecnologie avanzate occidentali.
La necessità di premere sull'acceleratore in direzione della tecnologia è anche una risposta pratica alle recenti contro-misure e restrizioni che sono state imposte dagli Stati Uniti, in particolare su esportazioni sensibili e attrezzature per la microelettronica. Pechino ha reagito con controlli sulle esportazioni di materie prime, critiche e regole che estendono il potere di veto su imprese straniere considerate un rischio per la sicurezza nazionale. Questo scambio normativo aumenta la logica del “sostituire all’origine” nelle filiere strategiche. Tuttavia il gap tecnologico nei nodi più avanzati della produzione di chip rimane significativo e richiede tempo, capitali e soprattutto competenze. Tuttavia l’iniezione di capitali statali, supportati da politiche industriali mirate e da un controllo dei flussi commerciali, tenderà verosimilmente a ridurre il divario, quantomeno nel breve termine.
Le implicazioni geopolitiche sono pressoché immediate. L’autosufficienza tecnologica rafforzerà dunque la posizione negoziale di Pechino, e in particolare nei confronti di Washington; tuttavia darà seguito a una separazione delle catene produttive, che potrebbe comportare un aumento dei costi e dell’instabilità nelle forniture globali.
La tecnologia sarà dunque la leva della sovranità economica cinese, e anche se non promette risultati immediati, tuttavia istituzionalizza una strategia di lungo periodo atta a ridurre la dipendenza estera, in settori ritenuti cruciali per la sicurezza e la competitività nazionale. Le tensioni con gli USA amplificano l’urgenza politica e la volontà di strumenti statali diretti per accelerare il processo.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia


