(ASI) A Sharm el-Sheikh, in Egitto, si è aperto il primo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas, con la mediazione degli Stati Uniti, del Qatar e dell’Egitto. L’obiettivo è chiaro: porre fine a due anni di guerra nella Striscia di Gaza e avviare un processo politico stabile. Al centro delle trattative, il piano di pace proposto dal presidente americano Donald Trump, articolato in venti punti e già accettato in linea di principio da entrambe le parti.
Il piano prevede:
- Cessate il fuoco immediato e completo
- Rilascio entro 72 ore dei 47 ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas
- Scambio con 250 prigionieri palestinesi, inclusi nomi simbolici come Marwan Barghouti e Ahmad Sa’adat
- Ritiro graduale dell’esercito israeliano da Gaza fino alla “linea gialla”
- Gestione della Striscia affidata a un comitato di tecnocrati palestinesi, senza affiliazioni politiche
- Disarmo di Hamas e rinuncia al controllo politico e militare su Gaza
- Ingresso controllato di aiuti umanitari e riapertura dei valichi
- Avvio di un processo di riconciliazione intra-palestinese e preparazione a nuove elezioni
- Piano di ricostruzione finanziato da investitori internazionali sotto la supervisione di Tony Blair
- Monitoraggio del cessate il fuoco da parte di osservatori ONU e USA
La delegazione israeliana è guidata dal ministro Ron Dermer, affiancato da funzionari dello Shin Bet e del Mossad. Hamas è rappresentata da Khalil al-Hayya, scampato a un attacco israeliano a Doha lo scorso mese. Gli Stati Uniti hanno inviato l’inviato speciale Steve Witkoff e Jared Kushner, genero del presidente.
Trump ha definito il piano “un grande affare per Israele” e ha ammonito Hamas: “Se non accettano, Israele finirà il lavoro”. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha confermato che “la priorità è il rilascio degli ostaggi e la sospensione dei raid”.
Le trattative si svolgono in un clima teso ma con spiragli di ottimismo. Le famiglie degli ostaggi si sono radunate a Gerusalemme chiedendo un accordo rapido. Hamas, pur accettando il piano in modo condizionato, insiste sul rilascio dei detenuti storici e sulla fine totale delle operazioni militari.
La prossima settimana potrebbe essere decisiva. Il mondo osserva, sperando che da Sharm el-Sheikh possa finalmente emergere una via diplomatica per la pace.


