(ASI) I governi di Russia e Venezuela hanno alzato espresso congiuntamente“profonda preoccupazione” per l'intensificazione della presenza militare degli Stati Uniti nei Caraibi, con delle azioni che, avvertono, potrebbero avere “conseguenze di vasta portata per la pace nella regione”.
L'avvertimento è stato emesso durante una conversazione telefonica tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il suo omologo venezuelano, Yván Gil. Secondo una dichiarazione ufficiale del Ministero degli Esteri russo, entrambi i diplomatici hanno condannato fermamente quello che Mosca ha descritto come un “nuovo attacco” perpetrato dalle forze armate statunitensi ovvero l'azione contro una nave in acque internazionali vicino alle coste del Venezuela il 3 ottobre.
L’episodio era stato giustificato dal Segretario alla Guerra statunitense Pete Hegseth, il quale aveva affermato che l'operazione, diretta contro una nave che presumibilmente trasportava droga nella "giurisdizione del Comando Sud", aveva provocato la morte di quattro presunti "narcoterroristi", versione ovviamente tutta filo atlantica e respinta dal governo chavista.
Questa settimana, il Ministro degli Esteri Gil ha presentato una denuncia in merito a questi eventi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, accusando gli Stati Uniti di una "incursione illegale" di aerei da combattimento penetrati a circa 75 chilometri dalla costa venezuelana giovedì scorso. Gil ha sostenuto che questo atto non solo rappresenta una "minaccia alla sovranità nazionale", ma viola anche il diritto internazionale e la Convenzione di Chicago sull'aviazione civile internazionale.
Il governo venezuelano considera queste azioni parte di una più ampia strategia di “chiara molestia”; questa percezione si è intensificata da quando la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha confermato ad agosto il dispiegamento di tre navi da guerra con circa 4mila soldati nelle acque caraibiche al largo del Venezuela.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia


