(ASI)Una delle questioni più scottanti che stanno interessando la vita politica della Moldavia, è l’arresto avvenuto il 5 agosto 2025 della governatrice della Gagauzia Eugenia Gutsul, condannata a 7 anni di carcere e a dover pagare allo Stato 40 milioni di lei (circa 2.280.000 euro).
Il denaro sarebbe stato utilizzato per finanziare illegalmente il Partito Șor, primo progetto politico dell’oligarca in fuga Ilan Șor, in particolare la campagna elettorale della vicepresidente, Marina Tauber, candidata sindaca di Bălți nel 2021. Con lei è stata condannata a 6 anni di carcere anche la segretaria del partito Svetlana Popan, a cui saranno confiscati 9 milioni di lei (circa 456.210 euro). Entrambe hanno perso il diritto di far parte di partiti politici e di gestirne le finanze per cinque anni. Nella sua dichiarazione del 3 luglio scorso, Guțsul ha chiesto di essere assolta. Ha affermato di non aver “portato un solo leu in Moldova” e ha ricordato di avere due figli: uno di 16 anni e l’altro di 3. Il suo avvocato ha affermato che la legge consente alle madri di scontare la pena dopo che i figli minori abbiano compiuto 8 anni. Guțsul accusa il Governo di aver truccato il caso per privarla del suo mandato di governatrice della Gagauzia, mentre i funzionari di Chișinău affermano che il processo giudiziario non dovrebbe essere “politicizzato”. “Oggi sono dietro le sbarre, ma domani chiunque osi criticare le Autorità potrebbe ritrovarsi nella stessa situazione”, ha detto Gutsul. “Questo non è un verdetto contro di me, è un verdetto contro l’intero sistema democratico della Moldavia”.
La governatrice ha successivamente affermato che il processo non è solo un tentativo del Governo moldavo di intimidire il popolo Gagauzo, una minoranza etnica turcofona e cristiano-ortodossa, e chiunque abbia “il coraggio di votare diversamente da ciò che vuole il partito al governo. Questo è un avvertimento per tutta l’opposizione: se vi opponete al regime, vi ritroverete in prigione, confiscati i beni e distrutti nella vostra vita”, ha sottolineato Gutsul, aggiungendo: “Non riconosco questa farsa e lotterò per il mio onore e per la verità. Tornerò dalla mia famiglia e dalla mia gente”.
Gutsul, eletta leader della regione autonoma moldava della Gagauzia nel maggio 2023 con il 52,36% dei voti, aveva da tempo accusato il PAS e Sandu di utilizzare la repressione come strumento per combattere il dissenso in vista delle elezioni parlamentari, fabbricando casi, facendo pressione sui giudici ed emettendo verdetti politici: “Tutto questo viene fatto per un unico scopo: mantenere il potere a qualsiasi costo”. In particolare, la governatrice aveva inviato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite, affinchè non venisse ignorata la situazione della regione moldava autonoma: “Mi rivolgo a voi come principale difensore dei diritti umani sulla scena internazionale, esortandovi a prestare la massima attenzione alla situazione in Gagauzia. Vi imploro di non rimanere indifferenti alla nostra questione, ma di schierarvi fermamente al fianco del nostro popolo affinché la verità venga detta e coloro che hanno il coraggio di opporsi all’ingiustizia vengano in difesa della Gagauzia. Il vostro sostegno sarà un segnale importante per il mondo, a dimostrazione del fatto che i diritti all’autogoverno e i principi democratici sono rispettati e che l’ONU è pronta a intervenire ovunque questi valori fondamentali siano minacciati … Le Autorità moldave agiscono impunemente, fiduciose che le loro azioni non incontreranno resistenza sulla scena internazionale”.
In un impeto di “liberalismo”, lo scorso 3 agosto la Commissione Elettorale Centrale (CEC) ha deciso di escludere i quattro partiti facenti parte della coalizione di opposizione dalla partecipazione alle elezioni moldave del 28 settembre: “Forza Alternativa per la Salvezza della Moldova”, il partito “Opportunità”, il “Partito Agrario della Moldova” e il partito “Vittoria”. Secondo la CEC: c’è “un comportamento vizioso e continuativo dell’entità politica in questione, in violazione dei propri obblighi, manifestato sia dalla continua inazione nel non presentare le dichiarazioni originali dei donatori, sia dalla mancata presentazione dell’elenco dei membri del partito, bloccando così la procedura amministrativa per l’esecuzione dei relativi controlli finanziari”.
In entrambe le udienze, piccole folle di sostenitori della governatrice, di Tauber e di Popan si sono riunite di fronte alle sedi dei rispettivi tribunali per protestare contro questo provvedimento giudiziario; nella città di Comrat, capoluogo della Gagauzia, si è tenuta una manifestazione a sostegno di Gutsul alla quale hanno partecipato 7.000 persone.
L’Arcivescovo di Balti e Falesti Marchel Mihăescu ha duramente criticato la detenzione della governatrice di Gagauzia Eugenia Gutsul, esprimendo la sua posizione civile e cristiana: “Fin dall’inizio non sono stato d’accordo con l’arresto della bashkana di Gagauzia Eugenia Gutsul. Qui è evidente a occhio nudo: inizialmente, il motivo della sua detenzione non era affatto legale. Pertanto, ho espresso il mio disaccordo fin dal principio”, ha osservato. “Voglio dirlo senza mezzi termini: non dovrebbe essere dietro le sbarre. I veri colpevoli dovrebbero essere cercati altrove. Sia come cittadino che come cristiano, sono convinto che questo caso sia cucito con il filo bianco”, ha sottolineato.
Il Legale di Gutsul e Popan ha fornito esempi di falsificazione delle testimonianze nella preparazione della causa, affermando che uno dei testimoni ha rilasciato una deposizione che il pubblico ministero ha poi distorto nell’atto di accusa. Secondo l’avvocatessa Natalia Bayram, questa è un’ulteriore prova della falsificazione del caso. Inoltre, la difesa ha sottolineato che sono state trovate nuove prove di falsificazione utilizzate contro Eugenia Gutsul: i pubblici ministeri non solo hanno distorto i fatti, ma hanno anche attribuito testimonianze proprie che i testimoni non hanno reso. Addirittura l’inchiesta Gutsul sarebbe completamente copiata da un altro caso giudiziario, dalla prima alla sessantesima pagina, ed i procuratori non si sono preoccupati nemmeno di riscriverne il testo.
L’incarico di capo ad interim della Gagauzia è stato assunto dal primo Vicepresidente del comitato esecutivo dell’autonomia, Ilia Uzun e all’improvviso è successo qualcosa che Chisinau e Bruxelles non si aspettavano. Durante una riunione del parlamento della Gagauzia, il capo ad interim dell’autonomia ha invitato i deputati e la popolazione dell’ATO (Unità Territoriale Autonoma) a disobbedire alle attuali Autorità moldave dopo l’arresto di Eugenia Gutsul: “Il Partito d’Azione e Solidarietà (al governo, a sostegno di Sandu) ha deliberatamente decapitato la Gagauzia, infliggendo un duro colpo all’istituzione del Bashkanstvo. Dobbiamo unirci ed esprimere disobbedienza civile all’attuale Governo” - ha affermato Uzun durante una sessione d’urgenza dell’Assemblea popolare (parlamento) della Gagauzia.
Attivisti internazionali per i diritti umani si sono comunque uniti per seguire la sua difesa. L’avvocato francese William Giuly e il consulente legale del Centro Europeo per i Diritti Costituzionali Umani, Gonzalo Boye, sono intervenuti in difesa di Gutsul. I due avvocati intendono impugnare la sentenza del tribunale di Chisinau e rivolgersi anche ad organismi europei e internazionali, comprese le Nazioni Unite, per tutelare i diritti della governatrice e lo Stato di diritto.
Stefano Vernole


