(ASI) Nuovo colpo allo Stato sociale in Argentina da parte del presidente ultraliberista Javier Milei; il primo mandatario del paese indiolatino ha infatti posto il veto alle tre leggi approvate dal Parlamento, che concedono aumenti alle pensioni dei pensionati e dichiarato l'emergenza invalidità con nuovi sussidi per questo settore vulnerabile.
Secondo il Decreto 534/2025, le iniziative comportavano “una spesa aggiuntiva di oltre 7 trilioni di pesos nel 2025 e di quasi 17 trilioni nel 2026, senza sufficienti fonti di finanziamento o calcoli attuariali per garantirne la sostenibilità”. I veti devono ora essere approvati dal Parlamento, che potrebbe respingerli e renderli inefficaci. L'Esecutivo ha sostenuto che l'approvazione dei regolamenti metteva a repentaglio l'equilibrio di bilancio, comprometteva gli obiettivi economici e minacciava la stabilità del sistema pensionistico. Più schiettamente, nelle sue argomentazioni, l'amministrazione Mile ha sostenuto che le leggi sono state approvate al Senato con “gravi difetti normativi” perché non hanno seguito le procedure stabilite e sono state approvate con maggioranze errate.
La legge che modifica la formula di mobilità pensionistica prevedeva uno straordinario aumento del 7,2% delle pensioni, insieme a un aiuto finanziario fino a 110.000 pesos (appena 110 dollari) per alcuni beneficiari. Inoltre, per quanto riguarda l'emergenza invalidità, il governo ha avvertito che avrebbe ampliato notevolmente l'universo dei beneficiari, inclusi 1,5 milioni di persone con un Certificato Unico di Invalidità, con un “costo multimilionario e un forte impatto aggiuntivo sul sistema sanitario e sul Programma Incluir Salud”.
Gli analisti prevedono che Milei otterrà il sostegno necessario per sostenere i suoi veti e bloccare gli aumenti per i pensionati. Per sostenere il veto, il Governo ha bisogno di 86 voti alla Camera dei Deputati, supponendo che tutti i parlamentari siano presenti. La legge sull'aumento delle pensioni ha ricevuto 142 voti a favore, 67 contrari e 19 astensioni, ma è probabile che molti parlamentari appoggino i decreti di Milei, a causa delle pressioni dei governatori provinciali.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia


