Cresce la tensione tra Siria e Israele spazzati via propositi per una nuova pace, impossibile mediazione tra Tel Aviv e Damasco

(ASI) Un nuovo fronte di guerra potrebbeprofilarsinello scenario Mediorientale. Il 16 luglio Israele ha bombardato edifici governativi a Damasco in Siria.Gli obbiettivi colpiti sono stati il Palazzo Presidenziale e  limitrofi.Gli attacchi andrebbero a giustificare secondo quanto riferito da Israele la protezione della minoranza Drusa sul territorio.

Difatti gli interventi difensivi andrebbero a sostegno dei drusi presenti nella provincia meridionale di Sweida teatro di scontri inter-territoriali ed inter-etnici. La comunità internazionale si stringe intorno a Damasco, condannando fermamente l’aggressione israeliana considerata come l’ennesimo tentativo di portare scompiglio nelle aree vicine nonostante il clima di tensione presente all’interno del Paese. Il nuovo presidente ad interim, Ahmed al‑Sharaa, ha condannato le aggressioni delle “milizie fuorilegge” e ha promesso di ristabilire l'ordine, ribadendo la protezione dello Stato verso la comunità Siriana.Gli Stati Uniti, insieme ad attori arabi e turchi, hanno facilitato un cessate il fuoco fra governo siriano e leader drusi, anche se le tensioni rimangono elevate. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha descritto la crisi come un possibile “malinteso” e ha confermato trattative in corso per disinnescare la spirale di violenza.Le trattative diplomatiche tra Tel Aviv e Damasco sono interrotte dopo alcuni spiragli di possibile apertura nei primi mesi estivi. La posizione tra le parti è conflittuale. Damasco chiede l’allontanamento delle truppe israeliane a sud della regione. Mentre Israele non ha intenzione di perdere posizioni, schierandosi a baluardo della comunità Drusa che soffre di conflitti interni come già accennato.Israele insiste ancora sulla completa resa e demilitarizzazione del Sud della Siria. Mentre Damasco chiede che siano rispettati gli accordi di pace del 1974. Israele come ben risaputo si riserva di poter condurre nel territorio “operazioni preventive militari”.Questo clima di crescente tensione sottolinea la volontà di Israele di non fermarsi e di voler invece che incentivare la pace portare scompiglio nelle aree che non sono di sua pertinenza. Un nuovo spirale di violenza potrebbe aprirsi nello scenario della guerra in Medioriente.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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