Come mai Trump vorrebbe riaprire Alcatraz? Propaganda o vera opportunità?

(ASI) - L’annuncio di Donald Trump sulla riapertura della prigione Alcatraz postato sul suo social Truth, ha destato parecchio interesse e altrettanta curiosità da parte dei media di tutto il globo.

Nel post originale, il presidente americano fa riferimento al tempo in cui l’America era una nazione «più seria» e non esitava a rinchiudere i criminali più pericolosi in cella, tenendoli in isolamento e lontano da chiunque potessero fare del male. Trump incalza, ribadendo come l’America sia stata per troppo tempo tormentata da criminali violenti, spietati e recidivi, per i quali è assolutamente necessario adottare tolleranza zero, affinché gli statunitensi non siano più ostaggio di delinquenti e giudici spaventati di fare il loro lavoro: Per questi motivi il presidente americano fa sapere di aver dato mandato al Bureau of Prisons, insieme al Dipartimento di Giustizia, FBI e alla Homeland Security, di riaprire e potenziare la prigione di Alcatraz.

Soprannominata The Rock per via dello sperone di roccia su cui è stata eretta sull’omonima isola, Alcatraz era una penitenziario federale di massima sicurezza, chiuso da circa 60 anni. Nell’immaginario collettivo americano, e non solo, la prigione di Alcatraz rappresenta un’icona culturale polisemica molto potente, che richiama tematiche stratificate legate alla giustizia, al potere e all’isolamento. Nel carcere sono stati rinchiusi oltre 1.500 detenuti, tra i quali si annoverano alcuni tra i peggiori criminali americani di sempre. Attualmente la prigione è un museo pubblico, con un passaggio di circa 1.500.00 visitatori l’anno.

Il post di Trump ha acceso un intenso dibattito tra i cittadini americani e le varie figure politiche, che vedono un alternarsi di consensi, critiche e dubbi relativi alla riapertura del carcere. L’intento di Trump è sicuramente quello di rafforzare la retorica della “tolleranza zero” verso i nemici degli Stati Uniti, ma in molti guardano all’annuncio come una mossa soltanto propagandistica, atta a rafforzare la sua immagine di leader deciso, inflessibile e protettivo. Lo scetticismo in particolare, è legato alla concreta fattibilità dell’operazione: costi di ripristino della struttura e di adeguamento agli attuali standard dei penitenziari, sarebbero enormi e servirebbero ingenti finanziamenti a copertura. Inoltre, considerando la riconversione da museo a penitenziario, quest’ultima comporterebbe importanti perdite economiche alla città di San Francisco. 

Riaprire Alcatraz sembrerebbe dunque un’operazione più propagandistica che altro: al di là di un forte impatto emozionale e di un rafforzata narrativa della figura di Trump come monito per i criminali, non comporterebbe di certo la riduzione della criminalità in termini assoluti.

 

Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia

Fonte foto AI Sora su input Carlo Armanni

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