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Colombia ed Ecuador si scambiano i buoni propositi per il nuovo anno

(ASI) Tre anni dopo, era il 2008, aver rotto le relazioni diplomatiche a causa di un intervento militare colombiano in territorio ecuadoregno che causò la morte di Raul Reyes i rapporti diplomatici tra i due paesi potrebbero a breve riprendere con forza, specie dal punto di vista economico.

 

Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ed il suo omologo colombiano, Juan Manuel Santos, nei giorni scorsi si sono infatti riunti a Quito per un vertice a porte chiuse che sembrerebbe aver riportato il sereno tra le due parti.

Correa commentando l’esito del vertice ha infatti dichiarato: “Le relazioni tra i nostri due paesi non sono solo ristabilite, ma attraversano anche un momento straordinario”.

Sempre parlando alla stampa il presidente ecuadoregno ha più volte voluto sottolineare che grazie alla nuova intesa raggiunta i due paesi in un futuro sempre più prossimo collaboreranno assiduamente per completare il processo d’integrazione economica.

Il presidente colombiano, che dal punto di vista economico tra i due rappresenta l’anello più forte della catena, da parte sua ha voluto precisare che per rafforzare l’integrazione economica tra le due nazioni, verrà costruita un’autostrada, che attraverserà il ponte San Miguel, e un nuovo ponte di circa 60 metri sul fiume Mataje. Questi lavori, che permetteranno “un migliore collegamento tra Ecuador e Colombia saranno completati entro il 2012”.

Per cercare di unire sempre di più i due paesi verrà attivata anche una parziale cancellazione delle frontiere in base alla quale il trasporto aereo tra i due paesi sarà considerato come un movimento all’interno di un solo paese; per quanto concerne invece la spinosa e delicata questione dei confini marittimi. Santos ha dichiarato che spetterà alle Forze Armate e ai Ministeri degli Esteri dei due Stati stabilire dettagliatamente tali confini.

Dopo anni di gelo quindi a breve dovrebbe tornare il sereno nei rapporti tra Ecuador e Colombia, sempre che le belle parole pronunciate dai due presidenti alla prova dei fatti non si rivelino semplicemente delle buone intenzioni per il nuovo anno.

Fabrizio Di Ernesto

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