Crisi dell’olio: in Spagna siccità record

(ASI) La Spagna ha subito ondate di calore eccezionali sin da maggio, indebolendo così i raccolti che già soffrivano per un inverno anormalmente secco. Gli ulivi sono notoriamente molto resistenti allo stress idrico, ma quando il calore diventa estremo e l’acqua scarseggia, attivano dei meccanismi di protezione: non muoiono, ma non producono nulla.

Ecco quindi che la produttività in Spagna delle olive è in calo di circa il 50%, un duro colpo per gli olivicoltori. In Andalusia, ad esempio,l’approvvigionamento idrico dipende in larga misura dal fiume Guadalquivir, che attualmente trova in una situazione drammatica. Secondo il ministero dell’ambiente spagnolo, i serbatoi alimentati dal fiume e dai suoi affluenti nella regione sono attualmente solo al 30% della loro capacità.

Per limitare le perdite, alcuni agricoltori potrebbero essere tentati di aumentare il numero di appezzamenti irrigati. Ma questo non farebbe altro che indebolire ulteriormente i bacini idrici. Tutto questo va ad arrecare un significativo danno anche ai prezzi in Europa, dove già si erano riscontrati aumenti dei prodotti agroalimentari, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, con una crescita in valore di quasi un terzo (+29%) rispetto a prima, aprendo la strada anche al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare. Secondo il Consiglio oleicolo internazionale, a giugno i prezzi dell’olio d’oliva raffinato a Jaén, nel sud della Spagna, punto di riferimento del mercato dell’olio europeo, sono aumentati dell’8,3 per cento rispetto all’anno precedente, con un costo medio di 327 euro per quintale di olio. Le stime sono simili per l’Italia dove si ipotizza una riduzione della produzione di olio d’oliva del 20-30 % rispetto allo scorso anno. A soffrire di più sono gli uliveti del nord est della penisola e del centro Italia.
L’Europa dovrebbe lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi, che non scendano mai sotto i costi di produzione.

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