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Iran: la prossima guerra?

(ASI) Usa e Israele appaiono sempre più minacciosi nei confronti dell’Iran reo di voler sviluppare un proprio programma nucleare, cosa che le due grandi "democrazie" mondiali credono essere loro esclusivo diritto. In conseguenza di ciò i venti di guerra in medio-oriente si fanno sempre più insistenti, appare quindi quanto mai opportuna la pubblicazione, nella traduzione italiana, del saggio di Alain Rodier "Iran: la prossima guerra" per i tipi della Fuoco edizioni.

L’ex ufficiale dei servizi segreti francesi cerca di ricostruire tutta la vicenda partendo da quando Ahmadinejad ha rilanciato il progetto nucleare iraniano pur essendo alla guida politica di un paese energeticamente indipendente visto che può disporre di più di un decimo delle riserve mondiali di petrolio e del 15% di quelle di gas. Usa e Israele che negli ultimi mesi hanno visto ridisegnare il quadro delle alleanze nella regione dopo la primavera araba sembrano ora temere che Teheran possa diventare un punto di riferimento per i paesi vicini e stanno contando di indebolire il governo legittimamente eletto di Ahmadinejad e lo Stato degli Ayatoallah giunto al potere nel 1979 proprio grazie a Washington ed al sostegno dell’allora presidente yankee Carter.

Nonostante gli sforzi profusi dal regime israeliano e da quello statunitense un attacco contro l’Iran appare però di difficile realizzazione visto che non solo la situazione si presenta molto diversa e più complicata rispetto alle guerre unilaterali scatenate contro Afghanistan ed Iraq ma anche perché il paese persiano può vantare alleanze politiche e militari che potrebbero dar vita a ripercussioni su vasta scala in caso di attacco più o meno preventivo.

La domanda che tutti dovremmo porci prima di leggere questo saggio è molto semplice: l’Iran rappresenta davvero una minaccia per la sicurezza della regione o meno?

Cercando di dare una risposta a questo annoso interrogativo tra le pagine del libro di Rodier si evince molto bene come l’ex paese degli Scià sia sempre stato in cima alle preoccupazioni dell’amministrazione statunitense che dopo aver cercato di strumentalizzarlo nella propria scacchiera geopolitica ha visto crescere nella regione l’influenza e l’importanza degli Ayatoallah tanto da farne uno dei prossimi nemici da abbattere a tutti costi.

Quindi mentre i venti di guerra in medio-oriente a causa dell’imperialismo usraeliano si fanno sempre più insistenti appare altamente consigliabile la lettura di questo saggio per non farsi trovare impreparati e capire per tempi gli eventuali risvolti geopolitici di una azione bellica funzionale solamente agli interessi di due nazioni che da sempre si arrogano il diritto di dividere il mondo in buoni e cattivi.

 

 

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