(ASI) Nubi grigie si addensano sempre più all’ orizzonte. Le due superpotenze sono in mezzo a una tempesta che potrebbe generare danni gravi e innumerevoli, o spingere le parti al fine di un seria soluzione della crisi.

La Russia ha risposto oggi all'ultimo giro di sanzioni varate ieri dagli Stati Uniti considerate "atti ostili". Ha sottolineato tuttavia che è "positiva" la proposta americana di tenere un vertice, in un Paese terzo, tra i presidenti Vladimir Putin e Joe Biden. Il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov: ha chiesto a 10 diplomatici Usa di lasciare il Paese e con una mossa insolita ha "consigliato" all'ambasciatore d’ Oltreoceano, John Sullivan, di rientrare a Washington per consultazioni "serie e dettagliate". Ha sanzionato inoltre otto alti funzionari statunitensi, tra cui i numeri uno di Cia e Fbi, a cui non sara' permesso di entrare nel Paese e mettera' fine alle attivita' di fondazioni e Ong finanziate dagli Usa, ritenute un'"interferenza negli affari interni" della Russia.

La mossa arriva all'indomani dell'annuncio della Casa Bianca di una serie di misure punitive per la presunta interferenza, degli 007 della Federazione, nelle elezioni del 3 novembre dell'anno scorso, le attivita' di hackeraggio e l'aggressione contro l’ Ucraina e la Crimea.

Tutte queste accuse sono state puntualmente respinte dal Cremlino. Tra le altre cose, le nuove sanzioni Usa tolgono la possibilita' della Russia di finanziarsi sui mercati internazionali, perche' impongono il divieto alle istituzioni americane di trattare direttamente titoli di Stato del debito russo. Lavrov ha, pero', di fatto ammesso lo scarso potere della Russia di influenzare l'economia americana anche se ha ammonito che Mosca si riserva di prendere "misure dolorose" per il business a stelle e strisce e di tagliare da 450 a 300 il numero di diplomatici statunitensi sul suo territorio.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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