(ASI) Una compagnia armatrice della Repubblica Islamica ha denunciato oggi che una sua nave è stata colpita, due giorni fa, da un "congegno esplosivo" nel mar Mediterraneo.

Il mezzo si stava dirigendo verso l'Europa. Lo ha dichiarato, nelle ultime ore alla tv statale della nazione dei Pasdaran, il portavoce della Iran Shipping Lines group, Ali Ghiasian. Egli ha sottolineato che si è trattata di "un'azione terroristica e un esempio di pirateria marittima". Una deflagrazione ha causato, secondo il so racconto, un incendio sulla nave Shahr-e-Kord. Il rogo è stato domato dopo poco tempo, senza che nessun membro dell'equipaggio restasse ferito, né che vi fossero danni consistenti. La compagnia ha avviato quindi "procedure legali presso le istituzioni internazionali per cercare di individuare i responsabili". Il cargo proseguirà la sua traiettoria, fino alla destinazione prevista, dopo i controlli e le necessarie attività di manutenzione. L'episodio non è certamente casuale. E’ accaduto infatti a circa un paio di settimane da un attacco contro una nave israeliana nel Golfo di Oman, di cui lo Stato ebraico ha accusato Teheran, che ha tuttavia negato ogni coinvolgimento. Gerusalemme non aveva escluso la possibilità di vendicarsi contro il nemico di sempre. La tensione è così cresciuta notevolmente e il rischio di una vera e propria guerra aperta è molto alto. La serietà della situazione è dimostrata, secondo il premier Benjamin Netanayahu, anche da un secondo problema: ovvero dalla volontà, della nazione degli Ayatollah, di sviluppare le armi nucleari. Tutto ciò rappresenterebbe una vera e propria linea rossa che nessuno in Occidente e ben pochi, nella regione mediorientale, sarebbero disponibili ad accettare di buon grado. Un vecchio adagio, che ci ricordano spesso i nostri amati anziani, richiama alla nostra memoria, spesso fin troppo offuscata, che “mala tempora currunt, sed peiora parantur”.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

 

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