(ASI) Stiamo lavorando per rafforzare le nostre capacità in vista di qualsiasi scenario, compreso quello in cui vi fosse la necessità di intraprendere un attacco contro l’Iran.

Le Forze di Difesa israeliane impediranno che Teheran riesca ad ottenere la bomba atomica e i mezzi per realizzarla. Lo ha riferito, in un discorso tenuto ieri in occasione di una cerimonia, il ministro della Difesa dello Stato ebraico. Gerusalemme – ha aggiunto poi Benny Gantz – è favorevole ad un accordo globale, con i suoi alleati, per creare una supervisione efficace, a lungo termine, che abbia lo scopo di porre fine all’ ambizione della Repubblica Islamica. Non consentiremo ad essa – ha spiegato - di dotarsi di mezzi bellici non convenzionali, poiché ciò rappresenterebbe una grave minaccia per la nostra sicurezza e per quella regionale. E’ fondamentale inoltre – ha concluso - “porre fine al trinceramento della nazione dei Pasdaran in Siria, Yemen e Iraq".

Gli Usa si trovano, in tale situazione, in una posizione, come si suol dire, “tra l’incudine e il martello”. Il premier Benjamin Netanyahu non vede infatti di buon occhio la disponibilità, annunciata recentemente dal presidente Joe Biden, di un possibile ritorno di Washington all’ interno dell’ intesa, stipulata nel 2015 dal paese degli Ayatollah, con alcune grandi potenze della comunità internazionale. Lo Stato ebraico potrebbe condurre dunque azioni militari unilaterali, senza il consenso del governo d’Oltreoceano, contro il vicino nemico di sempre. Il portavoce del numero uno della diplomazia americana ha ribadito, da una parte, l’impegno nel risolvere l’attuale stallo tramite la diplomazia. Ned Price non ha nascosto però che “la pazienza non è illimitata”, stimolando la controparte a offrire una rapida risposta alla proposta di una riunione insieme agli altri paesi che hanno negoziato l’accordo sul nucleare stipulato nel 2015.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

 

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