(ASI) Non accenna a diminuire la tensione, tra la Russia e la comunità internazionale, in merito al caso di Alexiei Navalny. Anche la Corte Europea dei Diritti dell’ Uomo ha chiesto, a Mosca, di liberare immediatamente l'oppositore, portato in prigione, numero uno di Vladimir Putin e i manifestanti scesi in piazza per domandare la fine della sua pena detentiva. 

I dimostranti sono stati incarcerati per aver partecipato più volte ai sit – in non autorizzati, dalle autorità competenti, in 65 città del Paese. La notizia dell’ iniziativa promossa, per la prima volta dall’ organismo giudiziario, è stata resa nota dalla legale del blogger, Olga Mikhailova, citata dall’ agenzia di stampa Interfax. Immediata la replica della controparte. “La scelta è illegale e inaccettabile, in quanto rappresenta un tentativo molto serio di interferire nei nostri” casi giuridici. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino. “Non stiamo cercando il confronto – ha aggiunto Dmitri Peskov –, ma la fretta, che ha sollecitato ad assumere tale decisione, ci spinge a sollevare molte domande”. Più dura la posizione della portavoce del ministero degli Esteri guidato da Sergej Lavrov. L’opzione attuata dalla Cedu – ha detto Maria Zakharova citata dalla Tass - mina la credibilità di questa struttura”. E’ una indebita ingerenza, mai vista, “nelle attività della magistratura di uno Stato sovrano”, ha rincarato la dose, Konstantin Chuychenko, guida del dicastero della Giustizia del territorio dello Zar. La richiesta – ha proseguito – è illegittima dal momento che non contiene indicazioni “di alcun fatto, o norma di legge, che consentirebbe al tribunale di prendere una decisione” nel senso auspicato. Essa è quindi “impraticabile, poiché non ci sono motivi”, stabiliti dalla legge nazionale, per il rilascio di tale persona presa in custodia. La posizione, assunta dai giudici – ha proseguito – “è chiaramente politica e non può che complicare il ripristino delle relazioni costruttive” col vecchio continente.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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