(ASI) Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia alzano la voce. E’ dura la reazione di Washington, Londra, Parigi, Berlino e Roma dopo quanto è accaduto, nella tarda serata di lunedì, in Iraq.

I governi di questi paesi occidentali hanno espresso la loro ferma condanna nei confronti dell’attacco, subito dalla coalizione anti – Isis, a Erbil. Alcuni razzi, probabilmente 24, sono stati lanciati contro la base situata, in un comparto dello scalo della città, nella regione del Kurdistan. L’offensiva ha causato danni materiali all’ interno della struttura, l’uccisione di un contractor probabilmente americano e il ferimento di cinque militari, di cui uno del Pentagono. I componenti del nostro esercito anch’ essi partecipanti alla missione internazionale, ha riferito il dicastero della Difesa guidato da Lorenzo Guerini, sono rimasti illesi. I ministri degli Esteri Anthony Blinken, Jean-Yves Le Drian, Heiko Maas, Luigi Di Maio e Dominic Raab hanno diramato un comunicato stampa congiunto, nelle ultime ore, per condannare, “nei termini più forti”, il tragico evento. Supporteremo le indagini – hanno promesso nella nota diffusa agli organi di informazione - avviate dalle autorità di Baghdad al fine di individuare i responsabili, sottolineando al contempo che ciò che è avvenuto “non sarà tollerato”. Il dipartimento di Stato Usa ha riferito ieri che la Casa Bianca risponderà “nei modi, nei luoghi e nei tempi appropriati”, dopo aver accertato i soggetti che hanno pianificato e attuato il raid. La milizia Saraya Awliya al Dam (Guardiani del Sangue) lo ha rivendicato. Il gruppo è stato formato recentemente, ma non aveva mai compiuto iniziative simili e di così alta precisione. I media hanno sottolineato, da subito, il collegamento tra tale organizzazione e l’esercito dei Pasdaran. L’Iran ha smentito tuttavia immediatamente e formalmente qualsiasi coinvolgimento, ribadendo il proprio impegno per garantire la stabilità della nazione dell’Eufrate.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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