(ASI) La prima sensazione dei britannici (ancora una volta la maggioranza), che si sono espressi a favore del partito Consevatore e, quindi, della Brexit,  è  di sollievo: il sollievo di chi si sente finalmente liberato. 

Un po' come accadde ai berlinesi quando nel 1989 cadde il muro di Berlino. Per il popolo britannico è quasi la stessa cosa, con la differenza che il muro abbattuto oggi era in realtà la gabbia di ferro della UE.

È l'inizio di un processo e di una reazione a catena? Certo, il gelo di Bruxelles e delle cancellerie europee è sintomo della difficoltà di incassare il più duro colpo che la costruzione artificiosa di questa UE finora abbia ricevuto. Si segnalano già delle manifestazioni di protesta (per quanto limitatissime) a Londra e Glasgow. È anche possibile che altre iniziative di questo genere abbiano luogo. Si può anche capire il cruccio dei progressisti europei; ma soprattutto la cancelliera Angela Merkel sappia farsene una ragione, sappia 'metabolizzare' la sua delusione e  frenare  la sua IRA. Perchè cercare di destabilizzare dall'esterno la situazione del Regno Unito potrebbe avere - tra l'altro - ripercussioni negative sulla tenuta della Nato, con il disimpempegno di Johnson  da una troppo costosa alleanza militare, che con la caduta del comunismo sovietico ha perso la sua funzione. Una precisazione: nelle elezioni del Regno Unito ha trionfato la sovranità, e non si faccia passare questa netta vittoria del popolo per un successo del solo Johnson. Con buona pace delle èlite finanziarie internazionali che abbiano, o no, sede in qualche paradiso fiscale. 

Redazione Agenzia Stampa Italia

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