(ASI) Manifestazione, oggi a Teheran di fronte all’ex sede diplomatica Usa, per il quarantesimo anniversario dell’occupazione di quella che era l’ex ambasciata di Washington in cui erano stati presi in ostaggio 52 dipendenti.

“L'Iran sta mettendo in funzione 60 centrifughe avanzate, IR-6 nel sito di Natanz, cioè il doppio di prima”. Lo ha annunciato il capo dell'Organizzazione per l'energia nucleare della Repubblica Islamica, Ali Akbar Salehi, alla televisione di stato. Il responsabile dell’importante organismo ha tenuto il suo discorso durante l’evento organizzato nella capitale della nazione dei Pasdaran. Quest’ultima ha scelto così di non rispettare più l’intesa sulla produzione di armi non convenzionali stipulata, nel 2015 con la comunità internazionale, riducendo così ulteriormente il tempo teorico necessario per produrre la bomba atomica. La sfida è stata lanciata in seguito al ritiro recente, dagli impegni previsti dal documento, dell’amministrazione guidata da Donald Trump. Molti attivisti hanno sfilato davanti alla struttura, parzialmente convertita in un museo, levando la loro voce contro il leader della Casa Bianca. Hanno respinto, in una nota stampa, ogni trattativa con Washington, definendo il paese d’oltreoceano “il nemico numero uno dell'umanità”. Hanno accusato poi il tycoon di destabilizzare, insieme ad Israele e Arabia Saudita, il Libano e l’Iraq fomentando le rivolte di questi mesi in quei territori.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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