(ASI) Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha rilanciato la proposta di avviare un dialogo di pace e integrazione con il governo del Cile per permettere al suo paese di accedere all’Oceano Pacifico.

Parlando in occasione della commemorazione del Giorno del Mare, che ricorda la resistenza della Bolivia all’occupazione del suo territorio costiero nel 1879, il Capo di Stato è tornato a sottolineare che il suo paese non rinuncerà mai a tornare ad avere uno sbocco marittimo “sotto la formula di fratellanza, pace e integrazione che considerano benefici reciproci per due fratelli e vicini”.

Morales ha ricordato anche la recente sentenza, ottobre 2018, della Corte internazionale di giustizia (ICJ) che esortava la Bolivia e il Cile a concludere una soluzione di “buona volontà”. “Assumiamo l’invocazione della Corte per cercare il dialogo bilaterale e continuare con gli scambi al fine di trovare una formula che risolverà questo problema in sospeso e chiediamo al Cile di rispettare la sentenza”, ha sottolineato.

Inoltre, il primo mandatario ha informato che la Bolivia continuerà a svolgere un ruolo attivo nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Convemar), dove incoraggerà accordi bilaterali e regionali per ottimizzare le condizioni di transito, l’accesso da e verso i mari.

Per raggiungere l’indipendenza dal dominio spagnolo nel 1825, la Bolivia aveva perso il territorio costiero in Cile a causa di una guerra non dichiarata nel 1879. Ciò obbliga Quito ad affrontare costi elevati per mantenere il suo flusso commerciale internazionale attraverso i porti cileni. Secondo l'Istituto per il commercio estero boliviano (IBCE), il paese perde tra i 350 milioni e mille milioni di dollari all’anno a causa della mancanza di accesso al mare.

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia

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