(ASI) Pochi giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico in Argentina i docenti sono sul piede di guerra e contestano il nuovo accordo salariale che non permetterebbe di rimanere al passo con l’inflazione.
L’allarme è stato denunciato dai sindacati degli insegnanti di Buenos Aires che lamentano la perdita del potere d’acquisto degli stipendi.


Il Fronte dell'unità didattica, che raggruppa la maggior parte degli educatori nella provincia di Buenos Aires, ha respinto nuovamente una nuova offerta avanzata dal governo nell’ambito della contrattazione collettiva.
Lo scorso anno l’inflazione nel paese è notevolmente aumentata penalizzando tutti i lavoratori dipendenti ed ora gli insegnanti minacciano di indire un grande sciopero a breve.
Mirta Petrocini, leader della Federazione degli Educatori di Buenos Aires (Feb), ha detto che la proposta del governo provinciale è "inaccettabile" perché non risponde alle esigenze degli insegnanti che chiedevano di recuperare almeno quindici punti tra l'aumento unilaterale ricevuto nel 2018 e l'indice di inflazione consolidato. “L'aumento – ha detto - non copre le bollette del servizio e non raggiunge i pensionati”.
Roberto Baradel, segretario generale delle Unified, ha ammonito che la proposta del governo porta “un consolidamento della perdita di potere d'acquisto lo scorso anno”.
Le associazioni di categoria chiedono anche la restituzione al governo centrale della contrattazione collettiva a livello nazionale, eliminata dal presidente Mauricio Macri con decreto obbligando le province a chiudere accordi separatamente e generando una grande disparità tra le diverse remunerazioni.

 

 

Fabrizio Di Ernesto-Agenzia Stampa Italia

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