(ASI) Non accenna a diminuire la tensione tra Siria e Israele. L’ufficio stampa, dell’esercito di quest’ultimo, ha informato di aver lanciato un missile antiaereo Patriot contro un drone in avvicinamento dal paese confinante.

Lo Stato ebraico non ha ancora riferito la nazionalità del velivolo senza pilota, né ha divulgato informazioni riguardanti l’eventuale suo abbattimento. Il medesimo episodio, provocato dal regime di Damasco, è avvenuto due giorni fa a causa di un aereo da ricognizione inviato nello spazio aereo del governo di Benjamin Netanyahu. I militari di quest’ultimo avevano risposto, all’azione ostile, colpendo tre posti di blocco di Bashar al – Assad. Sono sempre più frequenti eventi di questo tipo, mentre Tel Aviv sta cercando di convincere la Russia, la principale alleata del rais del paese mediorientale dal 1971, a evitare ogni escalation in quella zona che sta mettendo in pericolo gli equilibri globali. La crisi politica, iniziata in loco nel 2011, ha causato anche una crisi umanitaria con pochi precedenti al mondo e un numero di vittime che ha superato, da tempo, il mezzo milione. Tutto ciò è aggravato dall’impotenza della comunità internazionale che pare assistere inerme, al tragico spettacolo, come in pochi altri casi nell’arco della sua storia recente.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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