(ASI) E’ tipico di Donald Trump adottare la tecnica diplomatica che consiste nel lancio di segnali contraddittori (la solita politica del bastone e della carota) e così sta agendo anche verso la Nord Corea.

Ha comunicato infatti che quest’ultima rimane un’emergenza nazionale per gli Stati Uniti. Il presidente americano ha rilasciato tali dichiarazioni, ieri a sorpresa, dopo aver approvato un apposito decreto che riconosce tutto ciò, consentendo quindi alla Casa Bianca di varare, se necessario, ulteriori sanzioni economiche. Il provvedimento è stato notificato dal Congresso, sarà in vigore fino al 26 giugno 2019 e sottolinea la persistenza del rischio di proliferazione di armi nucleari da parte di Pyongyang. La nuova presa di posizione potrebbe essere interpretata persino come un apparente scetticismo, di Washington, nei confronti dell’ impegno del governo asiatico, che ha sfidato il mondo per anni, a venire incontro alle richieste internazionali di distruzione dei dispositivi bellici non convenzionali. Il decreto pare contrastare pure con quanto aveva riportato su Twitter lo stesso tycoon, dopo lo storico vertice a Singapore dello scorso 12 giugno col leader del regime, che aveva ammesso l’inesistenza della minaccia atomica nordcoreana. Il pentagono e la Corea del Sud hanno gettato subito acqua sul fuoco comunicando, nelle ultime ore, la sospensione per almeno 3 mesi delle consuete esercitazioni militari congiunte viste, da sempre, da Kim Jong Un come una minaccia per il proprio paese. Il gesto distensivo è volto ad intensificare gli sforzi per porre fine, in modo definitivo, a una crisi che dura da molto tempo e che ha portato, più volte, l’umanità sull’orlo di uno scontro con strumenti di morte il cui ultimo utilizzo risale, in Giappone, al 1945.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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