(ASI) La situazione in Siria è sempre più drammatica. L’agenzia di stampa Sana ha riferito che un secondo gruppo, vicino al regime, di miliziani ha raggiunto la città di Afrin per aiutare i curdi a combattere contro l’esercito turco e i ribelli al rais Bashar al – Assad.

La situazione che si sta creando potrebbe portare a un sempre più probabile conflitto tra i militari legati a quest’ultimo e quelli di Ankara. Le conseguenze di tali nuove eventuali ostilità riguarderebbero non solo i residenti di quell’area, ma genererebbero conseguenze per una situazione geopolitica delicatissima. Le grandi potenze, mondiali e regionali, si stanno già scontrando infatti per procura in quei territori, mettendo a rischio gli equilibri dell’intera comunità internazionale. Le Nazioni Unite sembrano essere impotenti davanti a tale escalation e stanno valutando, con estrema difficoltà, i modi più appropriati per fermarla. Hanno dichiarato inoltre, nelle ultime ore, di essere preoccupate per la gli eventi in corso nella regione della Ghouta orientale, descritti come “oltre l’immaginabile”. L’organizzazione siriana per i diritti umani, con sede a Londra, ha riferito che 250 persone sono morte, da domenica, a causa degli incessanti bombardamenti dei jet di Damasco e di Mosca. L’ente ha denunciato anche che sono stati colpiti ben 6 ospedali e che circa 350.000 persone si trovano bloccate a causa delle precarie condizioni di sicurezza. Il presidente francese, Emmanul Macron e il ministro degli esteri italiano, Angelino Alfano, hanno accusato Assad di essere colpevole di quanto sta capitando, invitando le parti a trovare una soluzione diplomatica. Il Cremlino ha indetto, per domani, una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu al palazzo di vetro di New York.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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