(ASI) Roma - Giovedì 16 febbraio, si è tenuto presso la Casa Bianca l’incontro tra il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, e il Primo Ministro d’Israele, Benjamin Netanyahu, il quale critico molto la politica di Barack Obama verso Gerusalemme, esprimendo altresì, nei scorsi mesi, apprezzamenti per Trump.

I giornali statunitensi hanno parlato di incontro amichevole e cordiale, puntando l’accento su alcune dichiarazioni fatte dal Presidente degli USA che di fatto vanno in totale controtendenza con il modus operandi della diplomazia di Washington nell’ultimo ventennio. Ovvero la cosiddetta “soluzione dei due stati”, che prevede la creazione di uno stato palestinese nell’ambito degli accordi di pace tra israeliani e palestinesi.

«Sto valutando la questione “due Stati” o “uno Stato”. Mi piace quella che piace a entrambe le parti. Mi va bene quella che vogliono entrambe le parti. Mi vanno bene entrambe». Queste sono le dichiarazioni di Donald Trump, durante la conferenza congiunta, che hanno sorpreso diverse analisti e che gli sono costate molte critiche. La diplomazia degli Stati Uniti da tempo sostiene, almeno formalmente, il primario compito di procedere coerentemente con quanto si discusse alla conferenza di Annapolis del 2007, dove si elaborò più compiutamente la soluzione dei due stati.

Nella conferenza stampa, Trump ha invitato Netanyahu a moderare le politiche dello Stato d’Israele in riguardo agli insediamenti: «Vorrei vedere un passo indietro per un po’ sulla questione degli insediamenti».

Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia

 

 

 

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