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(ASI)Almeno una dozzina di morti e più di trenta feriti, questo il primo e parziale bilancio dell’attentato che stamattina alle ore 12.45 ha riportato la Russia nel terrore. Una donna, Oksana Aslanova, originaria del Daghestan, la regione dove si troverebbero i gruppi jihadisti russi, avrebbe attivato l’ordigno in prossimità del metal detector all’ingresso della stazione ferroviaria di Volgograd.

Nonostante gli sforzi delle autorità, che hanno intensificato le misure di sicurezza in vista dei Giochi invernali di Sochi, gli attacchi terroristici nel Sud della Russia non si fermano.

Venerdì scorso, un’autobomba ha ucciso tre persone nella città di Pyatigorsk , situata 530 km a sud di Volgograd e 270 km a est di Sochi.

In un altro attacco a Volgograd a fine ottobre sei persone sono state uccise e 37 ferite, quando una bomba portata da una giovane donna della repubblica meridionale del Dagestan si è fatta esplodere mentre era in viaggio su un autobus affollato.

Le città bersagliate da questi attacchi sono situate vicino al Caucaso settentrionale, una regione multietnica che registra attacchi quasi quotidiani contro funzionari, polizia e civili da parte di gruppi militanti locali.

La violenza ha le sue radici in una lotta separatista nella repubblica ribelle della Cecenia nei primi anni 1990 e si è evoluta in una durissima insurrezione islamista che sta contagiando i territori limitrofi.

Gli attacchi terroristici in Russia negli ultimi dieci anni, dove spesso hanno preso parte donne kamikaze, hanno causato, dal giugno del 2000, la morte di almeno 780 persone.

Il Presidente Vladimir Putin ha espresso rammarico per le famiglie delle vittime dell’esplosione e ha chiesto il massimo sforzo ai capi delle forze dell'ordine per trovare i responsabili dell'esplosione.

Matteo Bressan - Agenzia Stampa Italia

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