(ASI) Chi incitava all'ottimismo ora si dia da fare per un vero rilancio della domanda interna. L'Istat registra il secondo calo mensile consecutivo, mentre i commercianti confermano la situazione allarmante che denunciamo da tempo.

La situazione dei consumi non accenna a riprendersi e non serve leggere gli esiti di ricerche e statistiche per capirlo: basta fare una passeggiata in una strada commerciale. Molta gente, ma pochi, pochissimi pacchetti.

Il confronto rispetto allo scorso anno registra sì una lieve crescita, ma rimane ben poca cosa rispetto alla caduta registrata in questi anni: basti pensare che dal 2012 al 2014 i consumi sono diminuiti del -10,7%, con una contrazione complessiva della spesa di circa 78 miliardi.

Se poi si estende il confronto al 2008 le cifre sono impressionanti: le rinunce da parte delle famiglie hanno intaccato persino i settori più delicati ed importanti, quali quello alimentare (-11%) e quello della salute (-28,8%).

"Di fronte a tali dati appare evidente che chi inneggiava alla ripresa ormai consolidata ha preso, purtroppo, solo un abbaglio." -         

"É sempre più urgente e necessario intervenire concretamente per dare una vera svolta all'economia, per determinare una vera, stabile e duratura ripresa della domanda interna.

Una domanda che va sostenuta attraverso la redistribuzione dei redditi e la creazione di nuove opportunità di lavoro. Scarsi e insufficienti i passi in questa direzione previsti dalla legge di stabilità.

Nel dettaglio è fondamentale intervenire sull'occupazione, creando nuova domanda attraverso un serio piano di investimenti per lo sviluppo, tecnologico, la ricerca, la valorizzazione del nostro patrimonio culturale". Lo dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

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