(ASI) Tutti crediamo di conoscere Cleopatra, anche attraverso le numerose interpretazioni cinematografiche che ne sono state fatte.
Regina seducente, femme fatale, protagonista di amori tragici.
E invece no: la storia reale è molto più interessante del mito.
Non è stata soltanto un volto incorniciato da kajal e leggenda, ma fu una delle menti politiche più brillanti del mondo antico, capace di tenere testa a Roma quando Roma era il centro del potere mondiale. La sua storia è un intreccio di intelligenza, strategia e coraggio, molto lontano dall’immagine superficiale a cui siamo stati abituati.
Per cominciare, non era egiziana. Apparteneva ai Tolomei, dinastia greco-macedone discendente dai generali di Alessandro Magno. Eppure si fece più egiziana degli Egiziani, fu la prima della sua famiglia a imparare la lingua del popolo, in un’epoca in cui i sovrani parlavano solo greco. Un gesto che dice molto più di mille racconti: Cleopatra non voleva soltanto regnare, voleva governare.
Era colta, preparata, poliglotta. Le fonti ci dicono che parlava diverse lingue del Mediterraneo e del Medio Oriente, qualità rarissime per chiunque, figurarsi per una donna del I secolo a.C. In un mondo dominato da uomini, questa era la sua arma più affilata.
Ed è interessante notare che i contemporanei non la descrivono come una grande bellezza, la sua forza non era il volto, ma la mente, la capacità di incantare con la parola e la presenza.
La sua vita politica non fu una breve parentesi romantica, ma un lungo regno quasi ventennale, in un tempo in cui il potere femminile era visto come un errore da correggere. Lei, invece, non si fece correggere da nessuno. Studiò scienze, medicina, cosmetica, scrisse trattati oggi perduti e costruì con abilità la sua immagine religiosa proclamandosi “nuova Iside”, unendo popolo e divinità sotto un’unica figura.
E poi ci sono loro: Cesare e Marco Antonio. Due degli uomini più potenti del mondo antico. Ma Cleopatra non fu mai la donna trascinata dagli eventi che il mito ci racconta. Fu lei a tessere le alleanze, a usarle come strumenti per proteggere l’Egitto, a guidare la politica e non a subirla.
Persino la sua morte rimane avvolta nel mistero. Il celebre serpente potrebbe non essere mai esistito, più credibile un veleno preparato da lei stessa. Ciò che sappiamo con certezza è che scelse come morire. Non volle lasciare a Roma neppure questo potere.
Così si conclude una storia che abbiamo imparato a leggere al contrario: non come la fine di una donna innamorata, ma come l’ultimo atto di una sovrana consapevole del proprio destino.
Cleopatra è stata molte cose: politica raffinata, linguista, studiosa, madre, regina.
Ma soprattutto è stata l’ultima grande figura capace di far vacillare Roma.
Forse è per questo che, nei secoli, qualcuno ha preferito trasformarla in una favola.
Perché una donna così forte, in fondo, fa ancora paura.
Invece è stata una regina reale, non un’illusione romantica.
Ed è molto più affascinante così.
*"Immagine generata con l'assistenza dell'intelligenza artificiale di Google (Gemini)"


