(ASI) Siracusa - Abbiamo intervistato la scrittice italiana contemporanea Melinda Miceli, la voce templare della letteratura italiana, critico letterario, storico dell'arte, critico cinematografico, poetessa inserita nell'albo d'oro di Wikipoesia, organizzatrice di eventi e premi, direttore artistico onorario di numerose riviste, dunque una donna di cultura a tutto tondo, con campi di interesse che spaziano dall'arte, passando per la ricerca storica, fino all esoterismo, tra saggi, poesie e romanzi, attingendo spesso a influenze classiche e medievali.
Melinda Miceli eccelle per il suo linguaggio raffinato e altamente simbolico che l'hanno fatta paragonare dalla critica a Gabriele d'Annunzio, e per le sue esplorazioni dettagliate di argomenti storici, filosofici e artistici.
- Come nasce la sua passione per la poesia e la letteratura?
"La mia passione per la poesia e la letteratura - ha spiegato Melinda Miceli - è un’emanazione naturale dell’anima, un fiume carsico che scorreva in me sin dall’infanzia, quando già percepivo il linguaggio come un ponte verso il mistero. Ho sempre vissuto la parola come un sigillo sacro, un’arca capace di custodire visioni e rivelazioni. Dalle medie alle superiori ho letto bene 890 romanzi, i classici di tutti i continenti che hanno forgiato la mia conoscenza e il mio linguaggio. Ho scelto infatti il Liceo classico dopo le medie perché per me la letteratura è uno scrigno sacro di conoscenze reali e metafisiche che accendono le mie giornate come nessun'altra cosa, abbandonando nel tempo diversi altri hobby perché sono molto poliedrica, ma ho voluto dedicarmi in toto alla scrittura non solo come saggista istituzionale ma come Critico letterario, d'arte, cinematografico e poetessa. Scrivere per me non è mai stato un mestiere, ma un rito iniziatico, che mi accompagna verso la conoscenza di me stessa e dell'Universo il cui eco che si porge verso la mia penna".
- Che pensa di Gabriele d’Annunzio, personaggio a cui l’hanno paragonata per la finezza dei vocaboli e del linguaggio?
"Il d’Annunzio - ha commentato la scrittrice - è stato un grande sacerdote del verbo estetico, un demiurgo capace di plasmare la lingua come oro fuso. Il paragone mi onora, ma la mia scrittura non nasce dall’edonismo della bellezza fine a sé stessa, essa si radica nella Tradizione, nella semiotica, nell’esoterismo cristiano e nella mistica. Se il d’Annunzio incantava con l’incenso delle parole, io trasfiguro il linguaggio in chiave templare e simbolica, come chi è consapevole che ogni vocabolo può divenire una lama di luce contro l’oscurità, come chi vuole risvegliare i luoghi storici oggi spopolati e richiamare l'arte vera alla Sua missione di Bellezza oggettiva e al suo stile etico e incantatore".
- Lei rappresenta la maggiore espressione italiana della letteratura templare contemporanea: ci parli brevemente delle sue opere nel settore e del suo rapporto col mondo esoterico....
"Il mio saggio Templaris Compendium - ha risposto la Miceli - è considerato la summa della letteratura templare contemporanea, un’opera in cui i cavalieri del Tempio rivivono non come figure leggendarie, ma come archetipi eterni, guide della coscienza. Ho dedicato saggi, romanzi e testi critici a questa via iniziatica che unisce storia, simbologia e spiritualità. La conoscenza del templarismo e dei suoi misteri, sono chiavi che aprono il senso più profondo della realtà, permettendo all’uomo di riscoprirsi parte di un ordine Celeste superiore e di superare le limitazioni e gli stereotipi incisi nella mente umana. Io credo - ha continuato la poetessa - che oggi su questa terra non basti essere uomo, serve essere eroi soprattutto per chi ha compreso il suo ruolo, la Sua missione etica sul campo della manifestazione. Lo spirito crea la materia e non viceversa. Purtroppo, oggi sempre più dilaga la cultura trash della superficialità e del transitorio anche nelle mode che abbindolano a causa dell'assenza di una forte personalità. È su questo che oggi la società deve lavorare tanto, ovvero la ricerca della personalità e non di qualcosa di esterno che possa colmare il vuoto interiore. Non si può fuggire a se stessi, piuttosto bisogna fare un contratto con se stessi per decidere cosa volere essere, dove, quando e perché. Stabilire queste cose è un punto di partenza per conquistare alte vette senza perdersi in deviazioni e digressioni inutili. La letteratura di D'Annunzio docet sul Super uomo e lo stesso Nietzsche. Lo studio della filosofia sta alla base di un essere pensante e intelligente perché in essa si possono trovare le soluzioni ai tanti perché esistenziali e saperli gestire con illuminismo".
- Ci parli della sua passione per la saggistica e la storia e quali argomenti ha maggiormente approfondito.
"Ho scritto diversi libri didattici istituzionali con patrocini CEE, Onu, Regione Sicilia, UNESCO, Gal etc ....vinto bandi di questi enti, oltre tremila articoli e numerosi saggi, spaziando dall’arte alla letteratura, dalla critica estetica alla storia delle civiltà, ai reportage di viaggio. La mia predilezione è per i periodi in cui la fiamma spirituale e quella culturale si fondono, ovvero il Medioevo, il Gotico, l’epoca templare, il Rinascimento. Nelle mie ricerche intendo ridare voce ai luoghi e protagonisti dimenticati con scoperte e ricostruzioni storiche, luoghi che custodiscono una memoria sacra, affinché la storia non sia mai soltanto cronaca, ma resurrezione di spirito" ha risposto la critica letteraria e cinematografica Melinda Miceli.
- Quale ritiene la sua dote migliore e la buona stella che l’ha guidata lungo il suo cammino?
La mia dote più grande è l’intuizione, quel dono che mi permette di penetrare oltre le apparenze e di scorgere ciò che i sensi ordinari non colgono e senza sforzarmi tanto. La buona stella mi ha guidata insieme a un talento letterario ereditato in famiglia, inoltre la fede nella predestinazione che ho visto manifestarsi nella mia carriera attraverso le chiamate per pubblicazioni, premi da tutto il mondo, incarichi onorifici ma di grande responsabilità, persino in Senato. Ho sempre creduto che l’arte e la cultura possano essere una missione salvifica, perché la Conoscenza non un e' un semplice ornamento della vita, ma qualcosa di prezioso e indispensabile oggi più che mai in una realtà compromessa come la nostra da guerre e cataclismi naturali dove la moralità è stata ottenebrata dall'esibizionismo e dalla superficialità che creano decadenza sociale. Serve tornare a leggere, ai precettori oltre che alle scuole, servono regole in una società dove oramai per i più è perduto il senso logico della bellezza stessa e della sacralità dell'essere. Purtroppo è una questione etica gravissima ed allarmante di cui gli intellettuali devono farsi portavoce per essere autorevoli oggi" ha raccontato l'autrice.
- Ci parli del suo rapporto con la Sicilia e di come si sente a rappresentarla dal punto di vista culturale....
"La Sicilia è la mia culla e il mio orizzonte letterario da cui spaziare oltre nei miei viaggi. È terra di miti e contrasti, crocevia di popoli e di fedi, scrigno di bellezze naturali e stratificazioni storiche. Io la vivo come un tempio a cielo aperto, in cui ogni pietra, ogni mare, ogni rovina è voce e segno di richiami epocali. Rappresentarla culturalmente significa per me restituire al mondo la sua vocazione universale, non un’isola periferica, ma un cuore che pulsa al centro del Mediterraneo, ponte tra Oriente e Occidente, tra antico e futuro, il centro della Cultura e dell'Ellenismo, la patria dei più grandi scrittori della Storia e di tanti Premi Nobel. La Sicilia è una terra magica che strega chiunque la calpesti, non a caso aveva attirato anche i viaggiatori del Gran Tour perché senza la Sicilia l'Italia non lascia al mondo la Sua radice ancestrale e la Sua Storia medievale e feudale; dalla Sicilia nasce la Storia italiana, l'urbanistica, l'arte e l'architettura che potranno ammirare anche i posteri. Tuttavia per sapere decodificare l'isola al centro del Mediterraneo, non dovranno affidarsi solo alle letture del web, ma rispolverare la vera sapienza letteraria che emana il suo spirito ed eco profondo, intriso di atmosfere uniche e misteri storici" ha concluso Melinda Miceli.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
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