Mussolini e la Repubblica Sociale, libro di Roberto d'Amato

(ASI) Gorizia - Abbiamo intervistato il saggista e critico d'Arte Roberto d'Amato, autore del libro "Mussolini e la Repubblica Sociale", in cui l'autore goriziano ci parla dell' "ultimo atto" dell'esperienza politica del Duce e del Fascismo Repubblicano, una opera pubblicata con Amazon.

 - Ci parli brevemente del suo libro sulla Repubblica Sociale...

"Ho scritto questo libro sulla Repubblica Sociale - ha risposto l'autore Roberto d'Amato - perché volevo palesare l'aspetto sociale, socialistoide e anarcoide di questo movimento politico che fu  molto espressione di popolo".

- Cosa ha rappresentato l'esperienza di Salò secondo lei?

 "L'esperienza della Repubblica di Salò - secondo l'autore - ha rappresentato l'espressione più pura del Fascismo, un movimento di popolo  che coinvolgeva tutti gli strati della popolazione, senza distinzioni sociali, come adesso, epoca in cui è  in atto un liberismo selvaggio volto ad avvantaggiare solo una parte della popolazione".

- Ci parli brevemente di quegli anni e in particolare degli ultimi drammatici mesi del 1945....

"Quegli anni - ha commentato Roberto d'Amato - sono stati formidabili ed esaltanti; un periodo in cui il Fascismo sociale e nazionale ha cercato di opporsi  al Capitalismo borghese liberista e al materialismo marxista. Sono stati anni sanguinosi ma pieni di passione politica. Possiamo affermare che il Fascismo repubblica - ha continuato l'autore -! e stato l'ultimo orgoglio europeo contro la Globalizzazione indiscriminata".

- Da quali valori erano spinti i Fascisti repubblicani?

"I Fascisti repubblicani erano spinti - ha spiegato d'Amato - da valori  come il concetto di patria, di fedeltà, di tradizione, e soprattutto di onore, cosa che è  mancata invece all'Italia monarchica, con generali venduti agli Inglesi e Americani".

- Mussolini perché accettò di fondare la Rsi? Secondo lei sperava ancora nella vittoria o c'era altro sotto?

"Mussolini fondo' la  Repubblica Sociale perché  non accettava che l'Italia diventasse succube degli Americani e degli Inglesi. Questo colonialismo lo stiamo pagando anche adesso".

 Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia 

 

 

 

 

 

 

 

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