La Marcia incontrollabile alla quale hanno aderito gruppi spontanei di squadristi del sindacalismo rivoluzionario, manipoli di reduci, operai e patrioti che volevano cambiare le sorti d'Italia, dandole il posto in alto che gli competeva in qualità di vincitore della Prima Guerra Mondiale, era guidata e coordinata da Benito Mussolini coadiuvato dai cosiddetti Quadrumviri: Italo Balbo, Cesare Maria De Vecchi, Emilio De Bono e Michele Bianchi.
A tal proposito, in occasione del centenario sulla Marcia su Roma, lo scrittore e filosofo della destra sociale teramana, l'Avv. Pietro Ferrari, ha portato avanti una ricerca storica sul movimento squadrista in Italia in genere e in Abruzzo in particolare, un'opera preziosa e importante che documenta i numeri e le caratteristiche dello squadrismo spontaneo che fu da preambolo alla Marcia su Roma.
La pubblicazione,
"La lunga marcia nazionale dello squadrismo fascista e la mobilitazione degli abruzzesi" (edita da Youcanprint), non è solo un lavoro di mera ricerca storico - documentale e statistica, ma un'opera di carattere storico - politico che contribuisce a definire cosa ha rappresentato nella storia politica d'Italia la Marcia su Roma, ossia la volontà di quella parte del Paese - cresciuta nel mito del Risorgimento, della Romanitas e temprata dalla vita in trincea della Grande Guerra - di avere finalmente una Patria forte, vincente e indipendente dalle influenze esterne delle grandi potenze e della finanza internazionale, e da quelle interne delle consorterie, dei poteri locali, occulti e massonici.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia