La Lupa Capitolina ed il mito sulla fondazione della città di Roma

luca capitalino(ASI) Sono svariate le testimonianze artistiche che ricordano i fasti dell’impero romano. La scultura della Lupa Capitolina è sicuramente da annoverare tra i monumenti più antichi e significativi che il nostro patrimonio culturale possiede.

Il monumento deriva dal latino monere, che significa ricordare.
La scultura della Lupa è bronzea ed è conservata a Roma, nei Musei Capitolini. Essa è considerata di fattura etrusca, con l’aggiunta dei gemelli Romolo e Remo, realizzata in età Rinascimentale dallo scultore Antonio Pollaiolo.
Gli esperti convengono che quest’ultima sia stata fusa nella bassa valle Tiberina, e che si trovi a Roma dai tempi più remoti.
Secondo le fonti storiche, la Vestale Rea Silvia, fu fecondata da dio Marte e partorì due gemelli, Romolo e Remo. Per questioni di rivendicazione del trono, Amulio fratello del Re di Alba Longa Numitore, usurpò la corona e ordinò di uccidere Romolo e Remo e poi di gettarli nel Tevere.
Un servo, incaricato del compito, non ebbe il coraggio di ucciderli ed abbandonò la cesta con i due bambini vivi, lungo il corso del fiume. I gemelli furono poi trovati da una Lupa che li allattò, finché il pastore Faustolo non si prese cura di loro.
Dopo varie vicende controverse, dal punto di vista storiografico, Romolo divenne il primo Re di Roma che fu fondata nel 753 a.C.
La scultura della Lupa può essere considerata come una vera e propria testimonianza di civiltà e rappresenta l'atto di fondazione di una grande città, capace di radunare popoli e persone di ogni rango e categoria sociale per renderle forti dando loro un’identità e valori. Fu proprio questa capacità di aggregazione e di coesione sociale che diede vita alla nascente città di Roma.
La Lupa Capitolina è bronzea e volge lo sguardo verso lo spettatore, mentre allatta i piccoli gemelli Romolo e Remo.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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