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(ASI) Parigi - L'idea convenzionale di un centro sociale italiano è di un luogo sfitto, occupato da un gruppo di persone, tendenzialmente con un'idea politica tendente all'estrema sinistra. In passato, i centri sociali italiani sono stati frequentati anche dalle Brigate Rosse, oggi, tendono ad essere spazi autogestiti con qualche piccolo richiamo terzomondista.

In Francia, è tutto un altro discorso. Centri sociali così come sono concepiti in Italia, non esistono. Sono appannaggio esclusivo degli artisti, i quali decidono di trascorrere dei periodi in queste residenze "occupate", ove hanno creato i loro piccoli laboratori. Visitabili al pubblico, rappresentano il lato alternativo della città. Il più interessante, grande, (consta di 6 piani) e quello posto al civico 59 di Rue de Rivoli (Chez Robert), la strada, o una delle più eleganti di tutta Parigi. La facciata si vede subito, con grandi cartelloni invitanti a visitare gli atelier degli artisti. Difatti il luogo è pubblico, accessibile a chiunque, e si possono visitare questi "laboratori creativi". I muri del palazzo sono tutti dipinti, dalla fantasia e dall'estro degli artisti. E costoro, chi sono? Vengono un po' da tutto il mondo. Diversi gli italiani, spagnoli, canadesi, un'artista giapponese, francesi ovviamente, africani e da altri angoli del globo.
Si può anche scegliere di far domanda, presentando dossier sulla propria persona, per avere una residenza di sei mesi, e per poi esporre. Difatti, c'è chi è permanente, e chi è temporaneo.
Un luogo di cui mai ti aspetteresti, è proprio nel cuore di Parigi. Per chi ama l'arte contemporanea, l'estro dell'artista. E' possibile anche acquistare le opere che i pittori, gli scultori o chi altri in loco realizzano. Il luogo degli squatters parigino è un'officina di sorprese.

Valentino Quintana inviato per Agenzia Stampa Italia

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