(ASI) Un pancale in disuso, una vecchia porta, canne e reti da pesca abbandonate, cartone, organza, bitume, acrilico, gesso, colla, catrame, perfino un vecchio lenzuolo e il vetro di un acquario chissà appartenuti a chi. E un tema di fondo e da sfondo, l’acqua: elemento vitale per l’umanità e caratterizzante il paesaggio di origine di Perseo Santiccioli, il Lago Trasimeno.
L’artista di espone nella sua cittadina d’origine, Castiglione del Lago, fino al 28 luglio, a Palazzo Corgna. Una personale che è un omaggio alla creatività di Santiccioli, che nelle sue opere ama sperimentare i materiali più diversi, riciclare cose da altri abbandonate, renderle componenti integranti e fondamentali dei quadri capaci di rappresentare un’idea, un modo di essere o vivere, un pensiero o una condizione umana. Atmosfere primordiali, colori capaci di dialogare con tutti quei materiali diversi, una pittura che fa corpo con la materia che dipinge e capace di rendere emozioni, vissuti individuali e di un habitat, quello lacustre, in cui l’artista vive.
Attraverso la mano di Santiccioli, cose che la civiltà del consumo e dello scarto aveva seppellito, tornano vive e riflettono cose antiche, pezzi di vita, storie più o meno lontane nel tempo e nello spazio. Il messaggio sembra rivolto ad una coscienza collettiva assopita e distratta. E sembra chiaro e in linea con la personalità e gli ideali non conformisti dell’autore: ci vuole rispetto per cose che, pur se non più utilizzate, inutili non sono, perché sono memoria della fatica di ogni giorno, dei pensieri, della dignità di uomini come noi. L’artista riesce a restituire unità e senso a cose che non ne avevano più trattandole con sensibilità e affetto. Percorre strade che non ha prima battuto, sperimenta materiali e cromatismi nuovi, e lo fa non per vezzo di novità, ma nella ricerca autentica di una comunicazione più pura e sincera.
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