(ASI) Dopo i grandi successi riscossi dalle sue più recenti esposizioni – Roma, Chiostro del Bramante; Palermo, Palazzo Sant’Elia -, Carmine Ciccarini si presenta a Firenze, nella prestigiosa cornice dell’Archivio di Stato, con una trentina di lavori inediti caratterizzati dalla consueta, profondissima investigazione che egli svolge intorno all’anima, vera, delle metropoli.
Nelle ricercate peculiarità di questi nuovi dipinti, l’ennesima conferma di un’ascesa, quella di Ciccarini, ai vertici dell’arte contemporanea italiana. Scrive Giovanni Faccenda nella presentazione in catalogo: «[...] Il soggetto, nei lavori di questo pittore (anche) visionario, rimane di fatto mero pretesto espressivo. Conviene, dunque, non guardare alle prospettive, alle forme, ai contesti architettonici ivi rappresentati: sia, piuttosto, quel lascito sentimentale – misto di illusioni, ansie, patimenti, dati, anche, dal fare – a emergere, in tutto il suo palpitante vigore, agli occhi degli osservatori più sensibili. Di Ciccarini, peraltro, è facile indovinare ogni stato d’animo risalendo alla verità perpetuata nell’impasto dei colori. L’ordito cromatico, suscitato da mutevoli trepidazioni, riverbera i diversi sussulti che hanno indirizzato le scelte e, nondimeno, i gesti dell’autore, al volgere di un percorso parimenti manuale e mentale assistito da una memoria mai più che evanescente. Una realtà deformata prende così repentina foggia senza specifiche regole: accorcia o dilata gli ambiti di un’iconografia del tutto inventata e come sottratta al monotono ripetersi del tempo. In quei smisurati orizzonti, incalzati dall’asfalto e dal cemento, l’utopia maggiore, nella mente di chi guarda, è la ricerca di un appiglio: bisogna invece perdersi per ritrovare la strada, vera, indicata come un rebus da Ciccarini. L’aria, ferma e beffarda, sembra perfino attenderci: qualcosa che in essa aleggia imperscrutabile e indefinito, tuttavia, non dissolve la nostra sensazione di paura e di un più intimo smarrimento.[...]» Così conclude Cristina Acidini, Soprintendente del Polo Museale fiorentino, il suo testo critico in catalogo: «[...] Materiali refrattari alla poesia – lamiera e bitume, vetro e cemento - trovano in Ciccarini un indagatore che ne comprende e ne riprende la sostanziale fragilità, vulnerabili come sono alla sottile malinconia dei cieli tagliuzzati dalla skyline nei pomeriggi umidi o nei tramonti affocati.Con le sue stesure decise, i profili di luce zigzaganti rapidi come folgori, gli addensamenti grumosi di tinte, il pittore ci trasporta in una dimensione ipermetropolitana, scenario dei nostri verosimili sogni-incubi di turisti affascinati e di cittadini guardinghi.»
La scheda della mostra Carmine Ciccarini. La solitudine della metropoli a cura di Giovanni Faccenda Archivio di Stato, viale Giovine Italia 6 – Firenze Orario: lu-ve 10-18, sa 10-14 (chiuso domenica e festivi) Dall’ 1 al 29 giugno 2013
Inaugurazione e conferenza stampa sabato 1 Giugno ore 11,30 Archivio di stato, viale Giovine Italia 6 – Firenze
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