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Belfagor cesserà le pubblicazioni a novembre: una storia che se va

(ASI) In passato Agenzia Stampa Italia si era già occupata dello stato della Storia e della Storiografia, disquisendo anche della situazione delle riviste storiche in Italia e del loro peso. Una splendida avventura che avrà termine a Novembre di quest'anno è quella diella rivista Belfagor, iniziata il 15 gennaio del 1946 da Luigi Russo ed Adolfo Omodeo.

Bimestrale, solitamente composta da 128 pagine e varie rubriche, tra le quali: “saggi e studi”, “varietà”, “noterelle e schermaglie”, “libri ricevuti e postillati”. Una rivista totalmente anticonformista, Belfagor, che si ispirava direttamente a La Critica, di Benedetto Croce. Ma perché ci lascerebbe?

La rivista non è in passivo. La tiratura si situa tra le duemila copie, tra quelle vendute in libreria e quelle in abbonamento. Conosciuta all'estero e stimata, circa ottanta paesi esteri vantano un suo abbonamento. In sessantasei anni di attività, la rivista ha pubblicato saggi di critica letteraria, storica, politica, artistica e musicale.

Carlo Ferdinando Russo, ne è il direttore da quando il padre moriva, nel 1961. Ha ospitato nomi quali: Gaetano Salvemini, Norberto Bobbio, Luciano Canfora, Luigi Salvatorelli, Salvatore Settis. Tuttavia, ora, il Prof. Russo è stanco. Novantenne, non ha trovato altri famigliari disposti a prendere il timone della rivista. Un vero peccato per i sostenitori e per gli editori Olschki, subentrati a Vallecchi tanti anni orsono. Non ha mai visto un numero banale, e ha sempre accolto firme di un certo livello. Pertanto, si palesa l'ennesima brutta storia italiana: i conti sono in ordine, ma manca un erede. Quello che dovrebbe guidare la rivista dopo la morte di Russo. E come abbiamo irrimediabilmente appreso, questi non ci sarà.

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia






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