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(ASI) Quella ragazza che incontri per caso, che d’improvviso ti illumina la vita e trovi dovunque. Quella ragazza che ti segue, quando hai bisogno, che ti pensa, ti aiuta, ti ama.

Nella cornice di fine anni ’20, ai tempi del crollo di Wall street, si è verificata un’importante tappa, che ha cambiato il cinema e non solo: il passaggio dal muto al sonoro.

George Valentin (Jean Durjadin) stella del muto, insieme al suo fedele e divertente cagnolino risente di questo passaggio e deve fare spazio largo ai giovani; Peppy Miller (Berenice Bejo), una moretta dagli occhi magnetici e il sorriso incantatore, che indirizzata da George, riuscirà a capire come diventare un vera attrice: distinguendosi dalle altre. Con un finto neo alla Marilyn, tanto pepe e fascino, Peppy sarà l’emblema delle prime dive. Ma una diva, non sola e inaridita, ma capace di amare, di fare gesti folli e non dimenticare sé stessa. Peppy è dunque quella ragazza.

L’opera di Michael Hazanavicus è un film a cinque stelle, o meglio, ora a 5 Oscar, che li merita tutti. Un film originale che rompe gli schemi, riportando le emozioni e la magia del muto, che mancavano da più di ottant’anni. Un’ora e mezza di muto in bianco nero, che potrebbe spaventare lo spettatore moderno, ma che prende, coinvolge e porta lontano, in un tempo mitico, quasi fantastico, ma che fa capire cos’era il cinema degli anni ‘20.

Un film nel film, che non ha bisogno di parole, perché le immagini parlano da sole e che ha nella musica, nei costumi, negli attori e nella regia (a ognuno di queste categorie la statuetta) quei punti di forza che rendono The artist, un film da guardare “con piacere”. La Francia si prende l’Oscar del 2012, per l’orgoglio dell’Europa e facendo capire che il vero cinema è quello che osa e non quello da box office. Forse è vero che “i film sonori non sono seri”, almeno non tutti, perché uno sguardo, una musica e pochissimi rumori possono più di infinite parole…

Voto: 9

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