(ASI) Cinema - Bello il nuovo film di Virzì. Perché i personaggi sono complessi, non scontati. La narrazione è ricca di analessi e prolessi. Tante solitudini, ognuna inquieta che cerca qualcosa che non sa nemmeno lei.

Fino allo sbocciare di un amore, nato da un incontro di chi non si doveva incontrare. E da una maternità, tra donne che non si sarebbero dovute amare, almeno sulla carta! Due donne, figlia e matrigna, che si ascoltano e si comprendono!!!

Ma con l’amore subito la morte. Qualcuno deve pagare per tutte queste vite vuote e senza senso che tentano di uscire dalla loro disperazione senza motivo.

Perché questo è molto interessante nella nuova opera di Virzì. Un po’ come nella vita di tutti noi non è chiarissimo perché stiamo così male. Sì, abbiamo tutti un trauma, un dolore, un abbandono, ma perché non ci bastano tutte le altre cose belle che ci sono capitate?

Perché rimaniamo in adorazione delle nostre ferite? Perché ci crogioliamo nelle nostre afflizioni?

Il regista non risponde, il film neanche e noi chi siamo per togliervi un dubbio del genere?

Alla prossima!

 

Ilaria Delicati  - Agenzia Stampa Italia

 

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