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(ASI) Sono usciti da un supermercato di Ecija con i carrelli della spesa pieni di pasta, fagioli, lenticchie e latte rivendicando un «esproprio alimentare» per donare il «bottino» a trentasei famiglie povere di Siviglia.

A guidare l’azione c’era Juan Manuel Sanchèz Gordillo, deputato del partito «Izquierda Unida» e sindaco della città di Marinaleda, nel Sud-Ovest della Spagna. «Se questo è un reato – ha dichiarato subito Gordillo - che ci arrestino tutti allora, senza problemi, noi siamo qua. Crediamo piuttosto che illegale e disumano sia obbligare la gente a rovistare nei secchi per cercare da mangiare».

 

L’esproprio alimentare. L’azione dei giorni scorsi, oltre alla denuncia, ha avuto la condanna unanime del governo, dei socialisti e anche dei suoi «compagni» di «Izquierda Unida». Ma lui, abituato a non piacere ai più, se la ride: «Questa è stata solo un’azione simbolica. Il prossimo obbiettivo? La banche». E aggiunge: «In questo momento di crisi, quando stanno espropriando il popolo, vogliamo espropriare gli espropriatori: le banche e i grandi centri commerciali che stanno guadagnando denaro in piena crisi economica».

Sanchèz Gordillo, classe 1952, figlio di un muratore, è un professore di storia, da sempre impegnato in politica. Divorziato e padre di due figli - sembrerebbe che la moglie lo abbia lasciato perché si rifiutava di comprare la lavatrice che per lui è «simbolo del capitalismo» - ora convive con una contadina. Gordillo che in pubblico si presenta sempre con una kefiah al collo «finche i palestinesi non avranno una loro patria», non è solo il sindaco di Marinaleda ma è anche deputato regionale andaluso e leader del Collettivo Unità dei lavoratori e del sindacato agricolo Sat. Nelle elezioni del marzo scorso, come capolista della lista «Izquierda Unida» per Siviglia, ha ottenuto oltre 115mila voti.

La disoccupazione non esiste. La piccola città di Marinaleda, dove Sanchèz Gordillo è sindaco dal 1979, conta 2645 abitanti e nessun disoccupato grazie alle cooperative ortofrutticole comunali che lui ha costituito. Qui vengono coltivati dai carciofi ai peperoni, dalle fave alle olive. E poi, il comune è proprietario di un frantoio, una fabbrica di conserve, delle serre e ha degli allevamenti bovini. Ed è così che, nella regione europea dove il tasso di disoccupazione arriva al 34%, a Marinaleda non ci sono disoccupati. Il salario è per tutti uguale, 1.128 euro al mese.

I terreni per costruire le casa sono regalati dal comune. «A Marinaleda non è mai entrato un costruttore», vanta Gordillo. Qui il comune regala il terreno su cui costruire le case e anticipa i soldi per i lavori che verranno poi restituiti in rate da 15.52 euro al mese. L’unica cosa che esige il comune è che il nuovo proprietario collabori alla costruzione della sua casa o che paghi un sostituto.

Fabio Polese Agenzia Stampa Italia

 

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