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(ASI) In Tunisia, i gesti plateali delle attiviste femministe Femen possono costar caro. Lo dimostra il caso di Amina, un'esponente del gruppo che, dopo esser stata minacciata per aver pubblicato in Rete foto che la ritraggono a seno nudo, da qualche giorno è scomparsa.
La ragazza sarebbe stata avvicinata da un uomo che l'avrebbe poi sottratta. Nei giorni scorsi, un noto predicatore islamico, Adel Almi, si è spinto a dire che Amina, per la pubblicazione di quelle foto, merita la lapidazione.
"Il suo cellulare è spento da tre giorni, il suo profilo Facebook è disattivato, così come quello su Skype", afferma preoccupata Inna Shevchenko, leader del gruppo femminista, anti-religioso finanziato dal magnate George Soros.
Redazione Agenzia Stampa Italia

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