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(ASI) Come previsto dai sondaggi, Raffael Correa è stato rieletto Presidente dell’Ecuador. Con il 56,9% delle preferenze Correa ottiene così, per la terza volta, la carica presidenziale sconfiggendo l’ex banchiere Guillermo Lasso Mendoza uscente dallo spoglio elettorale con il solo 23,8% dei consensi.

"Dedico questa vittoria a Chávez, uno straordinario  leader latinoamericano- ha dichiarato dopo la vittoria il neo-eletto presidente ecuadoregno “Oggi ha perso la partitocrazia, il potere mediatico, il FMI, l'oligarchia interna e i suoi alleati internazionali, ha vinto il popolo dell'Ecuador, la sua volontà e la sua sovranità che mai più potrà essere piegata dai poteri forti"

Il risultato conferma l’alto livello di popolarità detenuto da Correa tra la popolazione ecuadoregna, scaturito principalmente dalle numerose riforme sociale messe in atto dopo la sua scesa. Dalla sua prima elezione nel 2007, infatti, l’Ecuador è stato al centro di un profondo processo di cambiamento dettato dalle numerose politiche popolari, definite dallo stesso Correa come il ‘socialismo del XXI secolo’.

Ispirato da Chavez e dagli ideali della così detta ‘rivoluzione bolivariana’, l’impegno del presidente sud americano si è focalizzato in questi anni verso la riduzione della povertà grazie ai proventi petroliferi e allo svincolamento dai dettami economico-liberisti imposti dall’Occidente.

Oltre la riforma dell'istruzione, della sanità ed al miglioramento delle infrastrutture statali, Correa è noto per le sue posizioni contro il debito pubblico contratto dall’Ecuador nei precedenti governi. Sin dal discorso iniziale del suo mandato, il presidente socialista si è scagliato contro le imposizioni dettate al suo Paese dal Fondo Monetario Internazionale, rinegoziando il debito fino alla dichiarazione della bancarotta nel dicembre 2008, che ha permesso il riacquisto da parte dello stato del 91% dei propri titoli ad un prezzo vantaggioso.

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