Elezione di Putin e propaganda antirussa

putin10 copy(ASI) L’esperto di turno - Parsi - ci travolge con le sue certezze: l’intervistatrice accenna a possibili brogli nelle elezioni russe che hanno registrato un nuovo trionfo di Putin, e lui non è che offre argomentazioni e fatti sull’esistenza o meno di brogli, e sulla loro eventuale estensione, ma risponde seccamente – parlando a nome di tutti gli opinionisti - che “nessuno si stupisce di questo”. Ipse dixit.

L’affluenza alle urne sarebbe poi diminuita, ma l’“esperto” non concede alcun dato che comprovi la sua perentoria affermazione. E’ un fazioso antirusso, eroicamente impegnato a favore delle magnifiche sorti e progressive dell’Occidente? Si direbbe di sì, un fiume di frasi rivelatrici di un atteggiamento pregiudiziale contro Putin, tale perché fondato su uno stravolgimento o una omissione dei fatti che dovrebbero indurre a correggere il tiro: poiché in Russia c’è la flat tax, i “conti pubblici” non possono essere che “disastrosi”. Una cifra a sostegno di questa tesi? L’esperto non la cita, anche per non farsi domandare dall’intervistatrice come mai allora il trionfo elettorale di Putin.

Non è finita: l’esperto è sicuro della verità della tesi della May sul gas nervino. Senza alcun dubbio: eppure la May è colei che il giorno della sua elezione spese parole entusiaste per la Hillary Clinton, sicura peraltro che sarebbe stata eletta. Non venne eletta, per fortuna, perché se lo fosse stata la conflittualità con la Russia sarebbe da tempo aumentata, ben oltre le attuali sanzioni. Ma tutto questo non conta, e poiché – battuta eccezionale di Parsi – “il gas nervino non si compra in Farmacia”, è ovvio che a Londra l’hanno esportato i russi, ed è da escludere a priori che a compiere il misfatto siano stati i servizi britannici (o americani). Il dubbio, vero dubbio, sarebbe stata una risposta corretta.

Ma Parsi non ha dubbi sull’ “impero del male” russo: la Crimea, popolata da russi al 90 per cento, sarebbe stata strappata all’Ucraina, un paese vittima di un colpo di stato che l’ha scatenata contro Mosca; la Duma è composta da “bari”, nessuna speranza che possa costituire un contropotere a Putin, il che vuol dire che il suo sostegno al leader russo è viziato dalla sua corruzione. La domanda finale è: ma possibile che le interviste a Parsi sono a senso unico? Lui risponde con battute perentorie, non offrendo alcun dato sostanziale, e l’interlocutore tace, abbagliato dal suo eroico coraggio. Fare gli antirussi di mestiere, senza sostenere le proprie tesi sui fatti, è invero, come noto, un esempio di eccezionale coraggio civile e professionale: in Italia e non solo.

Claudio Moffa

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